lunedì 25 giugno 2012

Evvai di polpette!!!


Buongiorno Laura,
ovunque tu sia buongiorno!. Ci son giornate speciali, in cui qualcuno ti nomina più spesso o ti ritrovi a pensare a un momento speciale passato insieme e allora i pensieri vagano e tornano a te… a quelli indimenticabili momenti passati insieme, a quel tuo amare silenzioso e profondo, a quei gesti di affetto che riservavi ai nostri bambini, a quegli abbracci per Marcello e alla tua complicità con Benedetta. Oggi lo dedico a te e, purtroppo, non riesco ancora a farlo senza una lacrima, ma con il sorriso. Son passati tre anni, ma è a volte è come se fosse ieri, son passati tre anni, ma la dolcezza del viso di Marcello mi ricorda te tutte le volte che lo vedo e ogni volta non riesco a non abbracciarlo; lui, adolescente gentile e tenero non si sottrae, ma anzi ricambia affettuoso. E’ speciale, come eri speciale tu, come sei speciale tu. Sei qui infatti, lo so, ma la mia umanità sente la mancanza della tua fisicità, del tuo sorriso, di quel tuo essere riservatissima e silenziosa, ma sempre attenta al dolore altrui, dimenticando il tuo. Non voglio essere lagnosa né piangere ancora, perché so che tu non lo vuoi. Voglio ricordare i momenti felici e ricordarti a Metaponto, in quelle sere ridanciane dove ognuno di noi portava qualcosa da mangiare insieme. Come non ricordare le tue polpette, che andavano via che era un piacere! Non eri una che amava far da mangiare, ma le tue polpette son rimaste nel cuore, anzi nelle papille, di tutti noi e sono diventa tele polpette di Laura, declinate in mille versioni. Ecco, a parte l’originale, che amo molto, ma che naturalmente il bambino non mangia, ho sposato la versione di Paola che, dice, essere un famoso piatto calabrese. Non so se ciò corrisponda al vero, ma in realtà non importa…per me sono e resteranno sempre le polpette di Laura, che amava grattugiare il pane in casa con la grattugia del formaggio, anche in vacanza, perché il pane non deve mai essere sprecato!  Eccomi qui quindi a raccontarvi le polpette della mia amica Laura, che in casa mia van via che è un piecere.

Polpette di Laura 





(a me ne son venute 42 forse potete dividere un po’ le dosi, io le surgelo e le estraggo all’occorrenza)
800 gr di melanzane
Un ciuffo di prezzemolo
1 spicchio di aglio
600 gr di carne trita
3 o 4 cucchiai belli pieni di parmigiano
200 gr di pane grattugiato
2 uova
Sale, pepe, noce moscata
Olio Evo



Pelare e tagliare le melanzane a dadini. Metterle nello scolapasta con due cucchiaini di sale a fare acqua. Mondare e tritare il prezzemolo (se volete un sapore più deciso anche l’aglio, io lo lascio intero e dopo lo tolgo).Dopo un’oretta, strizzare bene le melanzane e metterle in pentola a cuocere con un filo di olio Evo. Quando sono cotte, ben cotte, schiacciarle con una forchetta. Aggiungere il prezzemolo e lasciare raffreddare. A parte unire la carne trita, le uova, il pane ammorbidito con il latte, il grana, sale pepe e noce moscata. Aggiungere le melanzane ormai fredde. Miscelare bene, formare tante piccole palline e passarle nel pangrattato. Cuocerle sulla placca del forno ricoperta di carta, irrorandole con un filo d’olio. Io faccio ½ ora a 200°, rigirandole ogni tanto. Volendo si possono anche friggere, anzi sarebbe la “morte” loro. Sotto ottime sia calde che fredde!


martedì 19 giugno 2012

Crema cotta con fragole glassate per la fine della scuola!!!!








Mai avrei immaginato di essere tanto felice per la fine della seconda superiore, ma è stata un tale agonia, che sono contenta di essermene liberata!!! Ovvio che non sono io che vado a scuola, io partecipo osservando silenziosa e  facendo finta di niente davanti agli eventi che si susseguono, soprattutto davanti a quelli negativi. Non ho infatti alzato un sopracciglio di fronte all’1 in latino di ottobre, limitandomi a dire “va be’ sarà per la prossima volta” né di fronte al 10- sempre in latino, accompagnando l’annuncio con un semplice “Bravo!”. Ho ceduto un po’ di fronte all’invio della foto, in diretta da scuola, che ritraeva la pagina del diario con un 8 in storia vergato dalla temibilissima prof. Di italiano, anche perché consapevole che nessuno in quella classe l’aveva mai preso!! L’adorabile adolescente, denominato anche Mr. Simpatia, è infatti titolare di una storia scolastica, da due anni a questa parte, caratterizzata dalla cosiddetta altalena. Si passa dall’uno al 10 con una facilità disarmante… il minimo storico si raggiunge con l’inizio del secondo quadrimestre, per poi risalire lentamente. Il gioco sta nel risalire in tutte le materie, l’anno scorso non ce l’ha fatta, quest’anno sì, evidentemente si specializza!! Scherzi a parte il fanciullo manifesta una sempre più forte allergia per i libri, come del resto la maggior parte dei suoi colleghi, e così è meglio far finta di nulla! Anche perché più dici studia, meno lo fa, come per far dispetto a me. Quindi mi taccio e mi mangio il fegato e per fortuna che è finita, perché altrimenti toccava passare al pancreas! Poi è un fetentone, perché nel momento di minimo storico, caratterizzato da lettere e convocazioni scolastiche, mi chiede regaloni in cambio della promozione a giugno. Quest’anno ritenendo la cosa impossibile, mi sono fatta scappare un sì assolutamente inappropriato e adesso, davanti ai quadri con scritto PROMOSSO, ha teso la manina, dicendo con un sorrisino “sono passato a giugno…”. Visto che in casa mia vige il principio “ogni promessa è debito”, mi ritroverò a fare un regalo da capogiro, cretina che sono!
Comunque, sono proprio contenta, così mi passo un’estate decente, senza rincorrerlo con i libri in mano come l’anno scorso!
Per festeggiare mi son prodotta in questa “Crema cotta con fragole glassate”, reperita sul numero di giugno della “Cucina Italiana”. La ricetta in realtà mi garbava moltissimo, a parte l’esorbitante numero di uova, che peraltro mi sono rifiutata di usare. L’ho variata quindi come segue:



Crema cotta con fragole glassate

500 gr di latte
250 gr di fragole
220 gr di zucchero
200 gr panna fresca
2 tuorli e un uovo (l’originale diceva 5 tuorli e due uova)
1 limone non trattato
2 cucchiai di maizena (io)
Battere le uova con 75 grammi di zucchero fino ad ottenere un impasto spumoso. Scaldare il latte con la panna e 75 grammi di zucchero, fino al bollore. Sciogliere nel latte i due cucchiai di maizena, e versare il tutto a filo sopra le uova continuando a montare. Spegnere il mixer e mischiare lentamente con un cucchiaio fino a che sarà andata via la schiuma. Versare la crema in sei stampini e metterli per la cottura a bagnomaria in una pirofila con l’acqua che arriva fino a metà stampini. Mettere in forno a 180° per 45 minuti (la ricetta diceva 120° per un’ora e mezza, ma io non ho pazienza!). Fatele raffreddare nella pirofila e prima di sformarle mettetele nel frigo per 4 o 5 ore (io tutta la notte). Mondate le fragole e tagliatele a pezzetti, sciogliete 15 grammi di burro in una padella, unite le fragole, 70 grammi di zucchero e la scorza del limone. Cuocere fino a che le fragole non si glassano (3-4 minuti). Sformare le creme e servitele con le fragole glassate. Io ho aggiunto alle fragole a fine cottura una decina di foglie di menta tritate grossolanamente. Buon dolce e buone vacanze a tutti gli studenti!

venerdì 15 giugno 2012

e scaloppina sia!



Scaloppina in agrodolce alle mandorle caramellate 

con budino di patate








Come tanti, anzi, tutti sanno sono una fan di Menu’ Turistico. Seguo queste due “matte” del web da quando esiste il loro blog, complice un’amicizia di vecchia data, mooolto vecchia, con Daniela. Ultimamente, altre fan hanno creato un club, per fortuna “chiuso” su feisbuc, ed è da circa due mesi che non facciamo che “sparar cazzate ehm stupidaggini” sulle pagine di fb. Menù Turistico ha un contest mensile dove ci si sfida ogni mese sullo stesso piatto. L’MT Challenge esiste da 20 edizioni (mesi), ma io partecipo da poco, anche perché le partecipanti sono tutte, ma proprio tutte delle grandi cuoche e io per nulla. Mi diletto, ma anche da poco! In più, nelle mie ricette c’è la mia mancanza di pazienza, la mia scarsa manualità e fantasia (mio figlio dice che una poltrona ha più fantasia di me!) e in più anche l’incapacità cronica di far fotografie! Però cucinare mi piace, mi diverte e mi rilassa e nel mondo dei più, non sul web quindi, dicono che io sia brava! Ovvio che lo dicono i miei amici che mi voglion bene, ma perfino i miei fratelli, che non si sono mai fidati della mia cucina, hanno ammesso che sono diventata brava. Chi conosce la mia famiglia sa che, da sempre, piuttosto che fare un complimento a me, si mangiano la lingua. Ci ho messo due Natali di cucinamboli vari, ma alla fine ce l’ho fatta!
Veniamo alla scaloppina dunque (che è la sfida di questo mese), che di per sé è un piatto che odio. Non me ne voglia Elisa, ma il bambino mangia solo scaloppine, ma solo e rigorosamente al marsala e di pollo. Qualche volta anche al limone, ma solo se è di buon umore!
Quindi quando ho visto scaloppina, mi sarei sparata! Non volendo però essere squalificata un’altra volta, lo son già stata per un anno, mi son lanciata, senza aver pensato nulla a tavolino, ma così d’impulso!
Ps. nella foto ci sono anche due caramellone di pasta di pane. Non c'entrano, servivano a riempire il piatto!!!

2 fettine di petto di pollo del peso di circa 80 gr l’una
Il succo di un arancio e di ½ limone
1 bicchierino di brandy
Farina per impanare
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio e mezzo di mandorle affettate
1 noce di burro (io salato)

Per i budini (a me ne son venuti 3)
150/200 gr di patate
1 uova
1 cucchiaio e mezzo di parmigiano grattugiato
1 bicchierino di latte







Budini
Bollire le patate in acqua leggermente salata. Pelarle e, quando sono ancora calde, metterle nel mixer, con un uovo, 1 bicchierino di latte e il parmigiano. Salare il composto, che dovrà risultare cremoso, pepare e aggiungere una grattata di noce moscata (in casa mia anche 2 o 3). Metterli negli stampini, dopo averli ben imburrati, se non sono di silicone.
Riempire  a metà una pirofila da forno di acqua calda. Mettere a bagnomaria gli stampini e infornare a 180° per mezz’ora. Lasciateli raffreddare nella pirofila prima di sformarli.

scaloppine
Infarinare le fettine di carne, eliminando la farina in eccesso. Sciogliere in una padella una noce di burro (per me salato). Far dorare le fettine da entrambe le parti a fuoco vivace. Dopo qualche istante toglierle dal fuoco e tenerle al caldo. Aggiugere il bicchierino di brandy  (deglassatura) e, dopo che sarà sfumato, il succo di arancia e limone. Lasciate scaldare bene grattando bene il fondo della pentola in modo da amalgamare eventuali residui di panatura, abbassare al minimo. In altro pentolino, fate caramellare lo zucchero con le mandorle (attenzione che ci vuole poco); quando saranno caramellate, versate il tutto nel fondo di cottura e amalgamate bene. Aggiungere le scaloppine e farle insaporire bene (a me son bastati pochi minuti) aggiustando di sale. Servire accompagnato dal budino di patate.






con questa ricetta partecipo all'MT challenge di giugno




lunedì 11 giugno 2012

Tortino di carne






Uno dei ricordi più vividi delle mie estati al mare, quand’ero piccola, è l’immagine di tutte le mamme sedute in circolo sulle sdraio che “ciacolavano”. Confesso che non so come mia madre facesse a far tutto e a dedicarsi anche a bagni e ciacole, ma forse era una specie di wonder woman. Di sicuro aveva 6 bocche da sfamare, e che bocche, stirare, lavare cucinare per 6. Però era la prima a scendere in spiaggia e quasi l’ultima a salire, e nel frattempo, parlava, parlava …. In questo giro di amene chiacchiere c’era il classico giro delle ricette. Appunti su pezzettini di carta, che sopravvivono ancora oggi nella preziosa cartelletta delle sue ricette. Alcune nel frattempo sono diventate dei classici in famiglia come il tortino di carne che racconto oggi noto in casa come “Tortino di carne delle sig.ra Gratton” (Daniela non ridere). Tra parentesi, come tutte le cose a base di carne trita, è una delle poche cose che il bambino mangia in grande quantità e quindi quando non so più a che santo votarmi, mi dedico a questo

Tortino di carne

500 gr di carne trita scelta di vitellone
100 gr di prosciutto crudo
1,5 hg di pane raffermo
4 cucchiai di parmigiano grattugiato
1 uovo
2 rami di rosmarino
Sale, pepe, noce moscata
Latte qb
Olio Evo





Tritare il prosciutto nel mixer e unirlo in una ciotola con la carne trita. Scaldare il latte e ammorbidire il pane( io lo frullo con il mixer). Unire il pane ammorbidito alla carne, mescolare bene, mettere il parmigiano l’uovo, sale pepe e una generosa dose di noce moscata. Unire all’impasto 4 cucchiai di olio Evo. Ungere una pirofila da forno e mettervi il tortino. Lavare bene i rametti di rosmarino, staccare tutte le “foglie” e cospargere il tortino di rosmarino. Infornare a 180° per 45-50 minuti, fino a che sarà ben colorito.
E’ ottimo caldo, ma anche freddo con una bella insalata.
Buona giornata!
Giulia