domenica 28 aprile 2013

Sono una mamma! Ecco!




Sono una mamma e, diciamocelo, sono una mamma speciale.
Innanzitutto perché sono fuori come un balcone, ma questo era già noto ai più.
Poi perché sono speciale, ho un figlio speciale. Un bellissimo “gattone” teenager, bello, ma bello bello, assolutamente impossibile; senza occhi verdi, ma con occhi profondi e bellissimi…
Orgogliosamente mamma, soffertamente mamma, tutti i santi giorni mamma!
Mamma che si prende cura della casa, in modo da cercare di renderlo un posto piacevole e pulito, anche dopo otto ore di lavoro e dieci fuori di casa.
Mamma che si diverte in cucina e che mette amore a palate in ogni piatto che cucina, anche se gattone critica SEMPRE!
Mamma che si arrabbia facile, soprattutto di fronte alle intemperanze “gattonesche”.
Mamma che è permalosa, tanto…
Mamma generosa, che per vedere il viso di gattone aprirsi in un sorriso, non esita a spendere cifre da capogiro; il primo che osa dirmi che spendo tutto per me lo prendo a mazzate…
Mamma insopportabile e inutile, secondo gattone,
mamma ostinatamente mamma, secondo me;
mamma che non molla il suo essere madre, mai neanche un attimo, anche se, a volte vorrei riuscirci.
Mamma che tiene un sacco alla festa della mamma! Oh l’ho detto, ce l’avevo sul piloro! Frega niente del compleanno, dimenticato Natale, ma la festa della mamma, benchè trovata esclusivamente commerciale, è sacra! Non che voglia chissà che, mi basterebbe
un augurio,
un pensiero,
un biglietto,
un ti voglio bene,
qualcosa insomma! Gattone non è tipo da “ti voglio bene”, le cose che si sanno non si dicono, gattone non è tipo da “sbatti” commerciale…Non racconterò la risposta che ho ricevuto quando ho di nuovo e ancora esternato la sacralità di tale festa per me…mi ha talmente ferito che mi scende la lacrimuccia, dirò solo che, tra le altre cose, disse che fino a che non esiste la festa dei gattoni non esisterà neanche quella della mamma! Ho ribattuto che la festa dei gattoni è tutto l’anno, visto che fanno quel diavolo che gli pare tutto l’anno!
Uffa! Uffa! Uffa!
Va beh, gattone non vuole capire… dovrò farmi una ragione… anche di questo! Tri Uffa!
Mi festeggerò da sola, perché io, credeteci o no, sono davvero una mamma speciale!



Oggi vi racconto un paio di idee, peraltro molto poco originali, di riutilizzo di avanzi di dolci. Chiamarle ricette sarebbe un parolone e quindi non lo farò!
Che fare per esempio, con del pan di spagna avanzato da un'altra preparazione, come per esempio questa qui?
Che fare con un po’ di crema chantilly avanzata?
Ecco come ho risolto io!




Merenda sfiziosa


Pan di spagna avanzato (ricetta qui)
Crema chantilly avanzata (ricetta qui)

Ritagliare con un coppa pasta il pan di spagna e spennellare la base con latte, con uno sciroppo al rum o con quello che vi ispira. Non saltate mai questo passaggio, pena un dolce che perde tutta la sua morbidezza e sofficità. Farcitelo con la crema chantilly avanzata, io ho aggiunto alla crema un po’ di gocce di cioccolato, bagnate con lo sciroppo l’altro disco ritagliato e coprite. Ancora un pochino di crema e una spolveratina di cacao!
Mettete in frigo fino al momento di servire.





Bicchierini golosi


Fragole, zucchero,
crema chantilly avanzata (sempre qui la ricetta)

Questa è una merenda o semplice dolcino serale sempre molto gradito, soprattutto in questo periodo primaverile. Allegro e colorato. Aggiungerei solo qualche fogliolina di menta, qua e là…
Direi che la preparazione è abbastanza intuitiva… J


martedì 16 aprile 2013

L’irresistibile richiamo della caccavella e un dolcino leggero!



Alzi la mano chi ha posto in casa per tutte le caccavelle, alias stampi stampini et similia!
Preciso, perché ai tempi in cui ho cominciato a navigare per blog di cucina mi sono interrogata a lungo sul significato della parola caccavella, trovando risposta ai miei quesiti molto molto dopo! Però ormai faccio parte del giro e quindi mi adeguo, anche se l’etimologia della parola resta ancora oscura…
Dicevo, ho una casa piuttosto grande, considerando che siamo in due, io e il … “gatto”. Sì avete capito bene il “gatto”! “Il gatto” occupa molto spazio fisico, nel senso che è un  “gattone”, ma il suo armadio è sempre vuoto, perché tanto tutta la roba o è in lavatrice o sparsa per casa, visto che per il mio “gatto” il cesto della roba sporca è qualunque spazio della casa, preferibilmente in terra…
Va beh a parte questo, di armadi ce n’è e pure tanti, tutti assolutamente pieni. Purtroppo però la cucina, con mio grande dispiacere è piccola, e quindi, anche se possiede armadietti di primo e secondo livello (si sviluppa in altezza per circa tre metri), non c’è posto per nulla...sigh!
Però io non resisto, quando passo davanti a un negozio di casalinghi, non resisto… Resisto davanti alle scarpe, che tanto mi fan sempre male, resisto davanti ai vestiti, che tanto devo dimagrire prima di subire l’onta della taglia in più, ma davanti ai casalinghi perdo ogni ritegno… Se poi il negozio di cui trattasi ha cartelli formato murales con scritto sconti… “muoro”. Mi proibisco mentalmente di usare bancomat e carta di credito, ma entro! E sicuramente trovo qualcosa che devo assolutissimamente avere, che addirittura mi serve…..(come sono brava a raccontarmi bugie…) e compro! Così torno a casa felice con la mia caccavella nuova, la occulto al “gatto” che sia mai che mi ricordi che vuole che compri la televisione nuova o qualche altro ammennicolo elettronico…
Resta poi il problema, dove la metto? Perché nella suddetta cucina, c’è un solo armadietto per pentole e caccavelle: quegli armadietti bastardissimi-ad-angolo-dove-per-cercare-qualcosa-devi-buttarti-dentro! Quindi, che fare, come districarsi nel ginepraio della sistemazione della caccavella?
Ce l’ho fatta, ma qui stiamo facendo notte e quindi ve lo racconto nella prossima puntata! Ahahah…
Però già che ci sono vi lascio il frutto della mia ultima caccavella …




Focaccia dolce alle fragole e menta

Per la pasta:

250 gr di farina
50 gr di zucchero
1 cucchiaino da caffè di lievito secco

per la composta:

500 gr di fragole
15 foglie di menta
2 cucchiai di zucchero



Sciogliere il lievito secco i 100 cc di acqua tiepida. Miscelare farina e zucchero, aggiungere l’acqua con il lievito e impastare. L’acqua non sarà abbastanza, dipende dall’assorbimento della farina; regolatevi aggiungendo acqua poco alla volta, abbastanza per ottenere un impasto morbido, ma non appiccicoso. Impastare per almeno 10 minuti e poi porre a lievitare in una terrina coperta da pellicola in un luogo tiepido fino al raddoppio. Io di solito metto l’impasto per almeno 2 ore, coperto, nel forno con la lucina accesa.

Nel frattempo preparare la farcia. Lavare le fragole e le foglie di menta Tagliare a pezzetti le fragole e a coltello la menta. Mettere il tutto in una padella larga, spolverando con lo zucchero. Porre sul fuoco, continuando a girare fino a che non si sia formata una specie di marmellata (circa 7-8 minuti). Togliere dal fuoco e fare raffreddare.

Passato il tempo, prendere la pasta e, senza rilavorarla, dividerla in due. Ungete di olio uno stampo 20X20.Tirate due sfoglia abbastanza grande per coprire lo stampo, una un po’ più grande dell’altra. Ricoprire con una sfoglia lo stampo, in modo che ai lati ne resti un bordo. Versare la composta di fragole e coprire con l’altra sfoglia, avendo cura di sigillare bene i bordi. Coprite lo stampo con pellicola e mettetelo a lievitare per altre due ore (io in frigo tutta la notte). prima di infornare, spolverare la sommità con un paio di cucchiai di zucchero di canna. Infornate a 180° per circa mezz’ora. La prima si è un pochino scurita… ma la seconda è venuta perfetta!




mercoledì 10 aprile 2013

Torta golosa!





Questo post è per FrancescaAria e per il suo giveaway. Non che fosse necessario scrivere un post, ma mi piaceva pubblicare la meravigliosa torta golosa che ho copiato pari pari da lei. Non mi ha colpito solo la torta, che è assolutamente golosa e buonissima (anche se un cicinin calorica), mi ha colpito il post, una sorta di ricordo sofferto di come è stata travagliata la sua adolescenza e dei suoi nonni.
Mi immagino questi nonni increduli, ma determinati ad andare avanti, mi immagino quest’adolescente ribelle che voleva tutto e il contrario di tutto, mi immagino la fatica di Francesca nell’andare avanti e il senso di smarrimento…
Immagino, ma non so e non saprò mai…Sono fermamente convinta che fino a che non ci si passa non si può sapere cosa vuol dire, solo immaginare, ma i dolori forti sono così potenti, invasivi e diversi che non si potrà mai capire a fondo senza passarci in mezzo.
Il bello di questa tristissima storia è che ha un lieto fine, speranza per tutti gli adolescenti che soffrono e speranza di nonni increduli e spaventati. L’arcobaleno è arrivato ed è davvero un arcobaleno di mille colori: ha i colori dell’amore, di quell’amore che cambia e cresce ogni giorno, il colore della tenerezza e del sorriso, sorriso disarmante e disinteressato di un bambino…anzi di due meravigliosi bambini. L’amore di una mamma che si nutre gli occhi e il cuore solo guardando i suoi cuccioli e che non sa come ha fatto a mettere al mondo due simili meraviglie. Su questo invece potrei scrivere interi libri, perché so cos’è l’amore di una mamma!
So che riempie la vita e il cuore, so che è  puro, disinteressato e infinito e non può che crescere con il passare del tempo. So che niente può cancellarlo o diminuirlo, anche se potrebbe sembrare…
Va’ beh divento melensa, vi racconto questa torta buonissima di Aria, dolce, golosa e piena di amore. Anch’io la dedico con amore…


Torta golosa (presa da qui)

Io non ho cambiato una virgola, era perfetta così!

per la torta:
farina bianca 00: 150 gr
zucchero semolato fine: 200 gr
cacao amaro: 40 gr
burro: 100 gr
uova: 2
latte: 125 ml
vanillina: 1 bustina (per me estartto di vaniglia)
lievito vanigliato: 2 cucchiaini


per la farcitura:
cioccolato fondente: 200 gr
mascarpone: 200 gr
panna da montare: 200 ml



Tirate fuori il burro e le uova dal frigo con un po' di anticipo. Accendete il forno a 170° e imburrate uno stampo rotondo da 22 cm di diametro.
Mettete in una ciotola burro, zucchero e vanillina, e lavorate con le fruste elettriche finché non vi appare una crema soffice; a me ci son voluti 10 minuti.

Aggiungete le uova, una alla volta: non aggiungete il secondo finché il primo non si è perfettamente amalgamato al composto. Mescolate in una ciotola a parte la farina, il cacao e il lievito: setacciateli poco alla volta direttamente nella ciotola con il mix di burro e zucchero, alternandoli al latte quando vedete che il composto si ispessisce troppo. Rovesciatelo nello stampo, livellatelo con la spatola e infornate per 35-40 minuti. Fate raffreddare la torta su una griglia prima di farcirla. Montate la panna e il mascarpone (tranne un paio di cucchiai che vi serviranno per la copertura di cioccolato), e utilizzate questa crema per farcire la torta, con il sac a poche e una bocchetta a stella chiusa. Fate fondere il cioccolato a bagnomaria, stemperateci i due cucchiai di mascarpone che avevate tenuto da parte e rovesciatelo sulla torta, facendo attenzione perchè si solidifica molto in fretta.

domenica 7 aprile 2013

Momenti rubati e una semplice torta salata



Nuvole grigie, ancora! No, aspetta, il sole si fa spazio e in poco tempo il cielo si trasforma da grigio ad azzurro. L’aria si fa tiepida, forse ce la facciamo, sì! La strada si snoda fra le risaie, un albero a segnare un campo, colori che vanno dalla terra, al verde chiaro, al cielo. Nessuno, solo noi e tanta natura. Finalmente, arriviamo insieme al nostro alberello, promessa di fiori rosa, di futuri frutti sugosi con il colore del sole. Suggello di un’amicizia nata per caso, ma in terra buona, che fiorisce e non ha bisogno di proclami. Ci accoglie un gran sorriso, un caldo abbraccio, due cani festosi e tanti gattini un po’ timidi…
Dietro, discreta, c’è una grande casa di campagna, una cascina tra le risaie, che racconta storie antiche di mondine e di duro lavoro della terra. Una mano sapiente l’ha ristrutturata, lasciando intatti i ricordi. Fughe di stanze che si aprono l’una sull’altra, piastrelle recuperate, vecchi abbeveratoi trasformati in lavandini moderni, travi del soffitto a vista, porte antiche. Sapiente arredo che ha tutto della semplicità e del calore, sempice e antica bellezza. E poi noi, chiacchiere, tante chiacchere, di chi non si vede spesso e ha voglia e bisogno di parlar di tutto e di niente. Passioni comuni si intrecciano ad altre parole, una tazza di tè una fetta di torta, tanta pace e semplicità. La pappa ai mici, tanti mici, due foto, sane risate! Il tempo vola ed è già l’ora di andar via, di riperdersi tra le risaie e di immergersi di nuovo nella vita di tutti i giorni, ritemprati però da questo momento fuori dal tempo… le ombre si allungano ed eccoci qui a casa, in mezzo agli affetti e ai lavori di ogni week end.
Ci resta una promessa, lo rifaremo, presto o tardi ci prenderemo ancora altri momenti, e lo sappiamo, sarà ancora festa!



Torta salata spinaci e ricotta

Lo so che la torta salata non prevede l’uso della pasta sfoglia, ma in casa c’è qualcuno che la ama molto. La vera pasta sfoglia l’ho fatta poche volte, ma questa (che trovate qui) l’ho ormai adottata perché semplice e un pochino più sana.

Per la pasta sfoglia:
100 gr di ricotta
100 gr di farina
65 gr di burro
Il procedimento è spiegato qui

Per il ripieno
500 gr di spinaci freschi
250 gr di ricotta
3 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato
1 uovo
Sale pepe noce moscata




Cuocere gli spinaci in poca acqua; lasciarli raffreddare. Passarli al mixer, unire la ricotta, l’uovo, il parmigiano, amalgamando bene il tutto, regolare di sale e pepe, aggiungere una grattata di noce moscata.
Tirare la pasta e foderare una teglia da crostata (io 20X20), unta d’olio. Versare il ripieno e decorare con strisce di pasta. Passare una spennellata di latte sulla pasta, infornare a 180° per 40/45 minuti.
Semplice, ma appetitosa!

lunedì 1 aprile 2013

Dissertazioni su questo blog e la mia torta preferita





Questa è la torta che in assoluto preferisco, un po’ perché è veramente buonissima, ma soprattutto perchè è quella che ha fatto nascere la mia passione per la cucina. Non è mia, è di Menù Turistico, tanto per cambiare, ma come molti sanno, sono legata a Daniela da un’amicizia che va ben oltre MT; “Sorrisi e segreti” è figlio di Menù Turistico, anzi è figlio dell’MT Challenge. E’ però mio, molto mio, tanto che ne ho fatto una sorta di diario on –line, che possono leggere tutti, o quasi tutti, e racconta di me, di una passione nata per caso e cresciuta in pochissimo tempo. Una passione che sa di amore e di cura, perché credo che non ci sia modo migliore per dimostrare amore, che cucinare qualcosa con il cuore per le persone che ami. Il blog è il trait-d’union tra la passione ai fornelli e la voglia di condividere con altri. Non insegna, ci mancherebbe, racconta. Raccontare, nel vero e proprio stile del racconto, che non chiede condivisioni o commenti, cifre o visite, semplicemente dice, parla. Parla di me, nel modo che amo di più.
Il mondo di oggi, e la “blog sfera” segue a ruota, vuole apparire, vuole mostrare, vuole urlare le proprie opinioni, vuole imporsi. Una cosa, un pensiero acquista valore, se è urlato, perché si fa sentire da molti. In qualche caso è quasi come l’affermazione del sé, dell’io, se mi sentono in tanti esisto, sono qualcuno, se in tanti mi apprezzano, valgo.
No, il mio pensiero va al contrario, io valgo a prescindere, se ho voglia comunico. Con questo non voglio dire che sono perfetta, ci mancherebbe, non è mai stato il pensiero su di me, sono una persona normale, con pregi e difetti, assolutamente intrisa di fragilissima umanità.



Tanti sanno fare belle cose, raccontandole con foto meravigliose, io no, non solo perché non mi piace fotografare , ma perché non è quello che voglio comunicare. Non è in discussione qui se valgo o meno, se so cucinare male o bene, ma è in discussione quello che io ho voglia di raccontare, perché innanzitutto scrivo per me, poi per altri. Mi è sempre piaciuto scrivere, e tanti periodi della mia vita sono stati al centro di pensieri scritti. Scrivere aiuta a riflettere, è memoria, che rimane vivida perché la puoi rileggere, magari in periodi lontani, rivivendo emozioni. Scrivo per raccontare la mia passione, o forse “anche” la mia passione, perché spesso i miei post introduttivi hanno vita a sé. E forse, ora,  hanno anche più vita, perché al momento vivo un periodo assolutamente mio, dove preferisco non parlare, ma tenere le cose dentro di me. Belle o brutte che siano! Per le cose belle è quasi un peccato, perché “la felicità è reale solo quando viene condivisa”. Tra virgolette perché non è pensiero mio, ma racconta una verità assoluta. Per le cose brutte, invece, comincio a pensare che il confronto serva a poco, solo ad ammorbare amici, che, comunque, hanno anche i loro problemi. Certo ci si consiglia e ci si confronta, ma ci sono cose sulle quali c’è poco da confrontarsi, ci sono e punto. Senza nulla togliere all’amicizia, che è uno dei capisaldi della mia esistenza!
Bene ora che vi ho annoiato sul perché di questo blog, vi racconto finalmente la ricetta del cuore, di questa bellissima torta di primavera, bianca e rossa, e anche qui le citazioni si sprecherebbero!



Torta di primavera

(tratta da Menù Turistico) qui con alcune rielaborazioni

Per la pasta biscuit  (qui)
4 uova
120 gr di farina
140 gr di zucchero
40 burro

Per la Crema di yogurt:
200 ml panna
500 gr di yogurt bianco zuccherato
8 gr di colla di pesce (io preferisco abbondare che rischiare lo spatacio!)
3 o 4 cucchiai di latte

Per la Gelatina di fragole:
500 gr di fragole lavate e pulite
60 gr di zucchero
Il succo di un arancia
10 gr di colla di pesce




Per la pasta biscuit: Mettere in un pentolino un po’ d’acqua e portare a bollore;  montare le uova con lo zucchero;  quando cominciano a gonfiarsi, trasferire la ciotola sopra il pentolino, come a bagnomaria, e continuare a montare fino a che il composto non aumenta di tre volte. Tirare via la ciotola dal pentolino e incorporare la farina setacciata, con una spatola, poco alla volta, mescolando dal basso verso l’alto. Per ultimo, incorporare il burro fuso (io non lo metto mai). Portare il forno a 200°, ricoprire di carta da forno una teglia per biscotti, versare il composto e livellarlo bene. Infornare e cuocere per 5 minuti fino a che non è ben dorato. Appena uscito dal forno, capovolgerlo su un canovaccio ben pulito. Togliere delicatamente la carta forno, se mai bagnando leggermente la carta con una spugnetta.
Prendere il piatto da portata e ricoprirlo con un foglio di carta da forno, in modo che sbordi di circa 5 cm da due lati opposti. Tagliare a metà questo foglio e  disporlo nuovamente sul piatto, leggermente sovrapposto. Serve a evitare che di sporchi il piatto. Con un anello da pasticceria, ritagliate un cerchio da 24 (io uso il bordo di una teglia da 24 apribile). Ve ne avanzerà parecchio.
Ricoprire il bordo della teglia con pellicola per alimenti, posizionarlo sul piatto, sul quale avrete messo il disco di pasta biscuit. Spennellare il disco con succo d’arancia.

Per la crema di yogurt: mettere a mollo in acqua fredda i fogli di colla di pesce. Dopo 10 minuti, portare a ebollizione 3-4 cucchiai di latte, togliere dal fuoco. Strizzare bene la colla di pesce e farla sciogliere bene nel pentolino. Far raffreddare. Montare la panna e unire lo yogurt, mescolando dal basso verso l’alto con una spatola. Mettere due cucchiai di crema nel pentolino dove avete sciolto la colla di pesce, ormai fredda, mescolando bene. Serve a evitare che la colla di pesce, a contatto con un composto più freddo, solidifichi. Versare la colla di pesce amalgamata nel composto principale, girando bene. Versare la crema nell’anello posizionato sul piatto, sopra il disco di pasta biscuit. Riporre in frigo per almeno due ore.

Gelatina di fragole: trascorso il tempo, mettere a mollo in acqua fredda la colla di pesce residua. Dopo 10 minuti, scaldare in un pentolino due o 3 cucchiai di succo d’arancia. Quando sarà ben caldo, togliere dal fuoco e unire la gelatina ben strizzata, mescolando fino a che sarà ben sciolta. Pulire le fragole, farle a pezzi e metterle nel mixer, frullandole insieme a 60 gr di zucchero e la restante parte del succo d’arancia. Filtrare attraverso un colino in modo da eliminare tutti i semini. Prendere due cucchiai di purea e porli nel pentolino della colla di pesce, come descritto sopra. Unire il composto con la colla di pesce alla purea di fragole. Versare sulla torta, avendo cura di controllare prima se la crema di yogurt si è solidificata. A questo punto, riporre in frigo per 3-4 ore (io tutta la notte).

Al momento di servire, aprire con molta delicatezza il cerchio e sfilare i due pezzi di carta da forno alla base del dolce.



NOTE: 
1. Ho riportato la dose intera della pasta biscuit, ma ho verificato che per una taglia da 24 ne basta la metà.
2. Quella che vedete nelle foto è una dose dimezzata, fatta con un cerchio da 20 cm