sabato 8 marzo 2014

La mia cheese cake con lamponi e fragole per "unlamponenelcuore"





Fosse stato per me avrei intitolato questo post "dove soffiano venti di guerra e di odio", ma partecipo ad una iniziativa comune e il titolo non è mio. Questo è un segnale di rinascita in una terra devastata dalla guerra e dall'odio, guerre che sono ovunque nel nostro pianeta....ma, oggi, il mio cuore pensa ad una piccola storia di grande dolore e di separazione. Non voglio, non riesco a parlarne perchè tocca una persona a me molto vicina e io mi sento troppo coinvolta. Questo post è dedicato a lei, oltre che alle donne di Bratunac, un'altra incredibile "grande" donna, forte e con un cuore grande...



Con questa iniziativa, i food blogger che aderiscono a "unlamponelcuore" intendono far conoscere il progetto "lamponi di pace" della Cooperativa Agricola Insieme (http://coop-insieme.com/),nata nel giugno del 2003 per favorire il ritorno a casa delle donne di Bratunac, dopo la deportazione successiva al massacro di Srebrenica, nel quale le truppe di Radko Mladic uccisero tutti i loro mariti e i loro figli maschi. Per aiutare e sostenere il rientro nelle loro terre devastate dalla guerra civile, dopo circa dieci anni di permanenza nei campi profughi, è nato questo progetto, mirato a riattivare un sistema di microeconomia basato sul recupero dell'antica coltura dei lamponi e sull'organizzazione delle famiglie in piccole cooperative, al fine di ricostruire la trama di un tessuto sociale fondato sull'aiuto reciproco, sul mutuo sostegno e sulla collaborazione di tutti. A distanza di oltre dieci anni dall'inaugurazione del progetto, il sogno di questa cooperativa è diventato una realtà viva e vitale, capace di vita autonoma e simbolo concreto della trasformazione della parola "ritorno" nella scelta del "restare".




Cheese cake con gelatina di lamponi e fragole

(tratta da Menù Turistico) qui con alcune rielaborazioni


Per la pasta biscuit (qui)
4 uova
120 gr di farina
140 gr di zucchero
40 burro


Per la Crema di yogurt:
200 ml panna
500 gr di yogurt bianco zuccherato
10 gr di colla di pesce (io preferisco abbondare che rischiare lo spatacio!)
3 o 4 cucchiai di latte


Per la Gelatina di fragole:
500 gr di fragole lavate e pulite
60 gr di zucchero
Il succo di un arancia
10 gr di colla di pesce

Per la Gelatina di lamponi:
300 g. di Lamponi
1 arancia spremuta
60 g. di zucchero
10 g. di colla di pesce








Per la pasta biscuit: Mettere in un pentolino un po’ d’acqua e portare a bollore; montare le uova con lo zucchero; quando cominciano a gonfiarsi, trasferire la ciotola sopra il pentolino, come a bagnomaria, e continuare a montare fino a che il composto non aumenta di tre volte. Tirare via la ciotola dal pentolino e incorporare la farina setacciata, con una spatola, poco alla volta, mescolando dal basso verso l’alto. Per ultimo, incorporare il burro fuso (io non lo metto mai). Portare il forno a 200°, ricoprire di carta da forno una teglia per biscotti, versare il composto e livellarlo bene. Infornare e cuocere per 5 minuti fino a che non è ben dorato. Appena uscito dal forno, capovolgerlo su un canovaccio ben pulito. Togliere delicatamente la carta forno, se mai bagnando leggermente la carta con una spugnetta.
Prendere il piatto da portata e ricoprirlo con un foglio di carta da forno, in modo che sbordi di circa 5 cm da due lati opposti. Tagliare a metà questo foglio e disporlo nuovamente sul piatto, leggermente sovrapposto. Serve a evitare che di sporchi il piatto. Con un anello da pasticceria, ritagliate un cerchio da 24 (io uso il bordo di una teglia da 24 apribile). Ve ne avanzerà parecchio.
Ricoprire il bordo della teglia con pellicola per alimenti, posizionarlo sul piatto, sul quale avrete messo il disco di pasta biscuit. Spennellare il disco con succo d’arancia.


Gelatina di lamponi: mettere a mollo in acqua fredda la colla di pesce. Dopo 10 minuti, scaldare in un pentolino due o 3 cucchiai di succo d’arancia. Quando sarà ben caldo, togliere dal fuoco e unire la gelatina ben strizzata, mescolando fino a che sarà ben sciolta. Pulire i lamponi e metterle nel mixer, frullandole insieme a 60 gr di zucchero e la restante parte del succo d’arancia. Filtrare attraverso un colino in modo da eliminare tutti i semini. Prendere due cucchiai di purea e porli nel pentolino della colla di pesce, come descritto sopra. Unire il composto con la colla di pesce alla purea di Lamponi. Versare nell'anello posizionato sul piatto e riporre in frigo per circa un ora.


Per la crema di yogurt: mettere a mollo in acqua fredda i fogli di colla di pesce. Dopo 10 minuti, portare a ebollizione 3-4 cucchiai di latte, togliere dal fuoco. Strizzare bene la colla di pesce e farla sciogliere bene nel pentolino. Far raffreddare. Montare la panna e unire lo yogurt, mescolando dal basso verso l’alto con una spatola. Mettere due cucchiai di crema nel pentolino dove avete sciolto la colla di pesce, ormai fredda, mescolando bene. Serve a evitare che la colla di pesce, a contatto con un composto più freddo, solidifichi. Versare la colla di pesce amalgamata nel composto principale, girando bene. Versare sopra la gelatina di lamponi. Riporre in frigo per almeno due ore.


Gelatina di fragole: trascorso il tempo, mettere a mollo in acqua fredda la colla di pesce residua. Dopo 10 minuti, scaldare in un pentolino due o 3 cucchiai di succo d’arancia. Quando sarà ben caldo, togliere dal fuoco e unire la gelatina ben strizzata, mescolando fino a che sarà ben sciolta. Pulire le fragole, farle a pezzi e metterle nel mixer, frullandole insieme a 60 gr di zucchero e la restante parte del succo d’arancia. Filtrare attraverso un colino in modo da eliminare tutti i semini. Prendere due cucchiai di purea e porli nel pentolino della colla di pesce, come descritto sopra. Unire il composto con la colla di pesce alla purea di fragole. Versare sulla torta, avendo cura di controllare prima se la crema di yogurt si è solidificata. A questo punto, riporre in frigo per 3-4 ore (io tutta la notte). Decorare con foglie di menta fresche.









il post dal quale è partita l'iniziativa

dove trovare i "Lamponi di Pace":

di seguito vi preciso dove si possono trovare i prodotti della Cooperativa Agricola Insieme: - sono distribuiti da Coop-Adriatica e NordEst quindi si trovano più facilmente nel Veneto, Friuli Venezia Giulia, parte dell'Emilia e della Lombardia al confinte.
I punti vendita che hanno in assortimento i prodotti partono dai 1000mq in su;
- sono distribuiti anche da Altromercato e dal commercio equosolidale e dal loro sito (altromercato.it) è possibile, tramite anche una richiesta via email, ottenere i punti vendita;
- nel milanese vengono distribuito da MioBio (http://www.mio-bio.it/), un gas molto attivo;
- Rada Zarcovick, la responsabile della cooperativa, sta prendendo accordi con le Coop che si occupano dei punti vendita della Lombardia e della Toscana per poter distribuire anche in queste zone i loro prodotti.




per quanto riguarda Coop Adriatica le confetture dei frutti della pace sono in assortimento solo nel canale iper:
ADRIATICA BOLOGNA IPER BORGO
ADRIATICA BOLOGNA NOVA
ADRIATICA BOLOGNA LAME
ADRIATICA VENETO SAN DONA'
ADRIATICA VENETO SCHIO
ADRIATICA VENETO CONEGLIANO
ADRIATICA VENETO VIGONZA
ADRIATICA ROMAGNA IMOLA
ADRIATICA ROMAGNA RIMINI
ADRIATICA ROMAGNA LUGO
ADRIATICA ROMAGNA FAENZA
ADRIATICA ROMAGNA RAVENNA
ADRIATICA MARCHE PESARO
ADRIATICA MARCHE CESANO
ADRIATICA ABRUZZO SAN BENEDETTO
ADRIATICA ABRUZZO CHIETI
ADRIATICA ABRUZZO ASCOLI




domenica 16 febbraio 2014

Storie di vita, di sorrisi e di partecipazione






Ieri sera, beh insomma non proprio ieri (ndr),sono stata alla presentazione del Libro “L’ora del paTè” a Milano. Del libro ho già parlato in un altro post e a quello vi rimando. E’ un Libro con L maiuscola perché al di là delle ricette, peraltro tutte bellissime, in quel libro, per me, c’è un pezzo di mondo. Un mondo di cui faccio parte, non perché io sia una cuoca che inventi ricette degne di questo nome, ma perché dietro c’è una community “virtuale”, ma anche incredibilmente reale. Perché non si parla solo di ricette, ma spesso anche di vita, di problemi, di dolore e di gioia, di vita insomma. Più volte ho tratto forza da questa community, più volte ho partecipato, con il cuore, ai problemi di altri. Più volte le conoscenze virtuali si sono trasformate in reali, amicizie vere e belle.
Per me è questo il senso di appartenenza a questo gruppo e questo libro. Per questo partecipo ogni mese a questa gara, non perché io sia al livello di tutti gli altri, ma perché dietro c’è tutto questo. Non ultimo il fatto che mi piaccia cucinare e che per me rappresenti una grandissima forma di relax e di amore. Cucinare con il cuore per qualcuno che si ama è un regalo d’amore molto importante.
Tutto sommato è questo l’importante: un dono fatto con il cuore. Che poi le persone che amo non capiscano questa forma di amore è un dato di fatto, pazienza…
Divago come sempre, ma vedere tante facce sconosciute, ma conosciute per tanti versi, mi ha emozionato e quando mi emoziono mi partono i pensieri…quel che mi dispiace è che, essendo io talpa e poco fisionomista per definizione, ho riconosciuto ben poche persone!
Sarà per la prossima volta, scusatemi! Non mi ricordavo più neanche che sono Greta…J
Tornando all’MTChallenge, questo mese tocca allo strudel, proposto da Mary Lasagnapazza. Ed è l’altra cosa bella di questo gioco, che ogni mese si impara qualcosa di nuovo e si sperimentano nuove cose… Quindi, il primo grazie a Mary perché la pasta di questo strudel è spettacolare, elastica, versatile, ottima insomma!
Il limite della mia ricetta sono io. Non lo dico per sentirmi dire che sono brava, lo dico perché se è vero che in ogni ricetta c’è una parte di noi, in me non c’è manualità e c’è una fantasia limitata. Poi c’è entusiasmo e la voglia di mettersi alla prova.
Quindi ci ho provato. Ed è anche riuscito bene e, soprattutto buono. Questo è l’importante. Poi vedo gli altri strudel e mi vien voglia di mettermi dietro la lavagna con le orecchie da asino, ma ritorno in me, io sono così, punto. Bado alla sostanza, per definizione e mi perdo sui dettagli. Il fatto che ci siano cuoche molto brave e fantasiose mi sconforta un po’, ma alla fine ognuno ha le sue peculiarità…
Beh se siete arrivati fin qui vi meritate la ricetta. L’idea era uno strudel con i sapori e i profumi dell’estate, alla faccia della stagionalità. A contrasto dello strudel un po’ acidulo, la crema al cioccolato bianco, ricca di dolcezza…








Per la pasta:
150 g di farina 00
100 ml di acqua
1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva
1 pizzico di sale


"Scaldate l’acqua, deve essere abbastanza calda ma non bollente. Setacciate la farina in un recipiente, aggiungete il sale e l’olio e versate a mano a mano l’acqua calda mescolando. Quando la farina avrà assorbito tutta l’acqua, togliete l’impasto dal recipiente e cominciate a lavorarlo con le mani su una spianatoia per un paio di minuti, fino ad ottenere un impasto morbido, quasi appiccicoso ma che comunque non resta attaccato alla spianatoia o alle dita. Mettete l’impasto a riposare, coperto da un panno umido o da una pellicola, per circa mezz’ora. Nel frattempo accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°C, modalità statica".

Per il ripieno:
250 g. di mirtilli
150 g. lamponi
150 g. fragole
1 mela renetta
200 g. albicocche secche
2 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di pane grattugiato
1 bicchierino di rum
1 cucchiaino di cannella
Noce moscata

Per la crema
250 g. di latte
2 tuorli
25 g. farina
50 g. zucchero
50 g. cioccolato bianco


Mettere a bagno le albicocche in acqua calda alla quale avrete aggiunto il bicchierino di rum. Lavare bene la frutta, pelare e affettare la mela. Traferire la frutta in una padella capiente e passare a fuoco medio fino a che non si ottiene un composto un po’ denso, ci vorranno 5 minuti circa. Aggiungere lo zucchero, il pane grattugiato, le albicocche ben strizzate, la cannella e una abbondante grattatina di noce moscata.

"Mettete una tovaglia pulita (possibilmente lavata con sapone neutro e ben sciacquata), di lino o di cotone, sopra a un tavolo. Infarinate leggermente la tovaglia, prendete l’impasto e cominciate ad appiattirlo con le mani sopra alla tovaglia, quindi spianatelo aiutandovi con un mattarello. Quando la sfoglia comincerà ad essere abbastanza sottile mettete da parte il mattarello, sollevate la sfoglia dal tavolo aiutandovi con le mani e, tenendola con le nocche nella parte sottostante, cominciate a tirarla verso l’esterno facendola girare ogni tanto e facendo attenzione che non si rompa. La sfoglia deve diventare praticamente trasparente. Riponetela nuovamente sulla tovaglia, dovreste aver ottenuto una sfoglia quadrata di circa cinquanta centimetri per lato. Siccome i bordi saranno rimasti un po’ più spessi, passate con le dita lungo tutta l’estremità della sfoglia tirando la pasta per assottigliarla."


Spalmare con molta delicatezza il composto sulla pasta appoggiata sulla tovaglia e formare lo strudel, avendo l’accortezza, dopo due giri di ripiegare i lembi di pasta all’interno. Appoggiare sulla teglia coperta di carta forno e cuocere a 180° per circa 40 minuti


Per la crema

Portare quasi a ebollizione il latte con 1/2 bacca di vaniglia. Montare i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto bianco e spumoso. Aggiungere la farina setacciata e poi il latte a filo sempre continuando a montare. Trasferire il tutto in un pentolino a fondo spesso e porre sul fuoco a fiamma bassa. Dopo pochi munuti si addenserà. Fate cuocere per un paio di minuti, togliete dal fuoco e unite il cioccolato bianco fatto a pezzettini. Continuare a mescolare, fino a che il cioccolato non è sciolto completamente.



Con questa ricetta partecipo all MTChallenge del mese di febbraio



sabato 18 gennaio 2014

A volte ritornano....





Sì sono mesi che non pubblico qualcosa su questo piccolo blogghino, complice un problema di salute importante, ma risolvibile. Adesso sto abbastanza bene e quindi è il momento di riprendere, però con taaaaanta calma.
E ripartiamo con lo spezzatino: confesso che non amo tanto la carne e tra tutte lo spezzatino è quello che amo di meno, quindi approcciarmi a questa sfida è stato particolarmente difficile! Però devo dirlo: mi son divertita un sacco a cucinare, molto, ma molto meno a far le foto, ma questa è storia antica. Volevo uno spezzatino dal sapore particolare e delicato e un pane un po' rustico per accompagnarlo. Il pane lo volevo più rustico, però è venuto buono lo stesso!
Del resto, se avessi saltato anche questa volta, mi avrebbero sbattuto fuori ehm no, forse mi avrebbero concesso un'altra proroga.... Scherzo! Di che cosa sto parlando? Ma dell'MTChallenge naturalmente, vinto questa volta dalle bravissime Chiara e Marta che hanno proposto appunto lo spezzatino. Quindi eccomi qui con il mio:

Spezzatino di maiale con arancia, sedano e patate accompagnato da pane rustico con farina di mais


per due persone:
400 g. spezzatino di maiale
400 g. sedano
1 porro
450 g. patate
olio evo
1 bicchierino di brandy
la scorza grattuggiata di due arance bio
sale

per il pane:
275 g. farina manitoba
175 g. farina di mais fioretto
20 g. lievito madre secco
4 cucchiai di olio evo
225 g. di acqua
un cucchiaino di sale


Per lo spezzatino:

pulire e tagliare a rondelle un piccolo porro e farlo stufare in 3/4 cucchiai di olio evo. Grattuggiate non troppo finemente la scorza di due arance bio. Quando il porro si è ammorbidito, aggiungere la carne, salarla, e farla rosolare a fuoco alto. Quando sarà ben rosolata, bagnarla con il brandy e farlo sfumare. Mondare e lavare il sedano,(io ho usato solo la parte centrale, più morbida). Tagliarlo a piccoli pezzi e unirlo alla carne. Unire anche la scorza delle arance, abbassare il fuoco al minimo coprire e lasciare cuocere per un'oretta coperto, girandolo ogni tanto. A questo punto, togliere la carne, che era a mezza cottura, e ho frullare il sedano con il minipiner. Pelare e lavare le patate, tagliarle a tocchetti e mettere nella pentola insieme alla carne e al frullato ottenuto dal fondo di cottura e dal sedano. Fare cuocere un'altra mezz'ora. Io l'ho fatto cuocere un pochino di più circa 1h e 45. Non vi dico il profumo che si sparso per la casa! Lo spezzatino è risultato profumatissimo e particolare; perfino l'"intenditore" di casa, che non è la gatta, ha trovato ben poco da criticare, se non che il colore non è veramente un granchè (vero!).



Per il pane:

Mi pare doverosa una premessa: ho usato una manitoba forse un po' speciale che promette di esserlo al 100%. In ogni caso lievita tantissimo e in frettissima, l'avevo già notato con il pandoro. I tempi di lievitazione quindi sono quelli che sperimentato io e potrebbero non essere correttissimi. Anche sul lievito vale la pena di una nota - io ne uso sempre meno - preferisco le lievitazioni lunghe al rischio della punta di acidità.

Mettere tutti gli ingredienti nell'impastatrice con la foglia. aggiungere l'acqua a poco a poco, tenendo conto che l'assorbimento delle farine può essere diverso. Quando sono ben amalgamati, montare il gancio e incordare. Ci son voluti circa 15 minuti. Finire l'impasto a mano, impastando con forza, anche sbattendolo sulla spianatoia (scarica i nervi...). Mettere a lievitare un'ora e mezza nel forno spento con solo la lucina accesa. Al raddoppio, circa dopo un'ora e mezza, sgonfiare l'impasto, arrotolarlo strtto e dare la forma desiderata. Rimettere a lievitare in forno, sempre con la sola lucina accesa fino al raddoppio. Cuocere a 200° per mezz'ora. Il pane è molto profumato, rustico, ma con la crosta sottile. Ottimo comunque!



Con questa ricetta partecipo all'MTChallenge del mese di gennaio.



giovedì 5 dicembre 2013

E' scoccata ....l'ora del paTE'

C’era una volta, anzi c’è ancora, l’MTChallenge, un gioco tra blogger di cucina dove tutti possono partecipare e devono rivisitare un piatto proposto dal vincitore del mese precedente, seguendo alcune regole. Chi ha già frequentato questo blogghino sa di cosa sto parlando, visto che ho partecipato per tante edizioni.
Inizialmente era, per così dire, una “costola” di Menù Turistico, blog di cucina delle bravissime Alessandra Gennaro e Daniela Ferri.
La cosa sconvolgente è che, nel tempo, i partecipanti al gioco, dove peraltro non si vince niente, sono cresciuti a dismisura, tanto che ogni mese si raggiungono anche più di 200 ricette, proposte da circa 150 blog. Ultimamente, è nato anche un blog dedicato: mtchallenge. Ancora più sconvolgente, per me, è la community che ne è nata intorno, dove le amicizie virtuali non si contano e spesso ne sono nate amicizie vere, non di convenienza, ma sentite e profonde.
Ebbene, qual è l’ultimo parto della mente vulcanica di Alessandra?? Un libro, sì avete capito bene, anzi più libri, una collana. Il primo “nato” è questo: L’ora del patè dove sono state, raccolte e selezionate circa 80 ricette, tra patè e pane di accompagnamento!





L informazioni sul libro sono le seguenti
titolo: L'ORA DEL paTE'
pagine: 144
costo: 18,00 euro
casa editrice :SAGEP EDITORI- Genova www.sagep.it
illustrazioni di Roberta Sapino (Le Chat Egoiste- lechategoiste.blogspot.it)
fotografie di Sabrina de Polo
41 ricette di paté, 8 di burri composti, 33 fra pani e crackers, grissni,muffins, scones chips e tutto quanto fa 17esima sfida dell'mtc
si tratta ovviamente di una collana e questo è il primo libro.




Con questo libro, la community dell'MTChallenge sostiene il progetto “cuore di bimbi”,della Fondazione“aiutare i bambini”: nata nel 2000, per iniziativa dell'ingegner Goffredo Modena, la fondazione si propone di  dare un aiuto ai bambini poveri, ammalati, senza istruzione, che hanno subito violenze fisiche o morali e garantire loro l'opportunità e la speranza di una vita degna di una persona, nel mondo e in Italia. Sono 71 i Paesi del Mondo in cui  la Fondazione interviene, realizzando progetti mirati, concreti, nati per rispondere a emergenze reali e portati avanti con abnegazione, serietà e competenza. Fra questi, appunto, c'è “cuore di bimbi”, attivo dal 2005 in 10 Paesi, che ha permesso ad oggi di salvare la vita a 857 bambini altrimenti condannati da gravi cardiopatie congenite, con esiti spesso letali.
La Fondazione opera nella più assoluta trasparenza, nella convinzione che sia doveroso certificare  ogni voce con la massima chiarezza, in un dialogo continuo che unisce chi è desideroso di fare del bene con chi ha la possibilità di farlo in modo concreto, rispettoso e consapevole di muovere nella stessa direzione: quella dell'aiuto alle tante vittime di questo mondo, rese ancora più indifese dall'essere bambini.
Da oggi, anche noi remiamo con Goffredo, con Sara e con gli oltre mille volontari sparsi sul territorio italiano - e lo facciamo con questo libro che è il primo tassello di quella che ci auguriamo possa essere una collaborazione duratura e proficua
I LINK SONO:

giovedì 23 maggio 2013

Tiella solidale e assolutamente finta!!!






Mi han già chiesto se è un mappazzone, partiamo bene! No, non lo è ... E' buona, se vi piacciono le erbe aromatiche. A me piacciono, a gattone no! E quindi non l'ha mangiata... Sgrunt! Del resto l'obiettivo non è, questa volta, quello di proporre una cosa specialissima, ma quello di partecipare e di dire la mia!
Mia, ma mia davvero, perché su questo blog ci sono solo io! 
Nella vita vera, bisogna dire la verità, sono un po' polemica, anche se con il passare degli anni ho molto smussato gli angoli, lasciando posto a un più sano "vivi e lascia vivere"... Nella blog sfera invece sono molto più easy, perché girovagare nei blog e su Facebook e' un passatempo, che attiene alla sfera "divertimento" e tale deve rimanere! Però quando vedo polemiche inutili allora, allora, mi arrabbio, soprattutto se è una cosa che trascende le normali e serene critiche! Perché, ci mancherebbe, le critiche costruttive sono sempre ben accette! Ma non è questo il caso ...
Questo e il caso, secondo alcuni, di un piatto della tradizione svilito da un gruppo di blogger "folli", che in nome di un gioco, distruggono tradizioni millenarie! Da qui una "traggedia" dalla quale non sembra che si possa uscire ...
L'intenzione e i fatti però non sono questi! Il gioco in questione e' l'mtchallenge, al quale partecipo tutti i mesi con piacere. Non si vince nulla, ma si sperimenta, si impara, ci si mette in gioco. Si accostano  ingredienti e/o si cucina usando procedimenti che da soli, forse, non si proverebbero mai, almeno e' il mio caso! Questo mese la ricetta e' la tiella tradizionale che si fa a casa di Christian ... E il gioco e' rielaborare la ricetta tenendo fissi alcuni punti. Apriti cielo! Si tocca la tradizione salentina! Nooooo, non si tocca, nessuno la vuole toccare! Solo si troveranno su google centinaia di tielle diverse e in ognuno dei post ci sarà scritto che non è che una rielaborazione di quella originale! Nessuno cari signori tocca la tradizione, che sia quella di casa di Christian o di chiunque altro, quella resta e ci mancherebbe altro! Anzi, ci sono circa 200 blogger, molto più seri di me, che conoscono una ricetta tradizionale in più! Tutto ciò premesso, complice il fatto che un mal di schiena paura mi tiene a casa, ho voluto dire la mia, per la rubrica "anche no" oppure "io senza" ... O anche "io sulla lavatrice", che pero' capisce solo l'Elvira!!! Non ho potuto partecipare al gioco vero, perchè la ricetta prevede pesce e in questa casa il pesce non può entrare, altrimenti qualcuno finisce al Creatore! Ho semplicemente fatto un riso con verdure, cotto al forno, che a me e' piaciuto molto!


Riso solidale con verdure 


3 patate piccole
3 zucchine
1 melanzana piccola
1 peperone
200 gr di riso carnaroli
50 gr di pecorino romano grattuggiato
50 gr di parmigiano reggiano
1 cucchiaino e mezzo di sale
Pepe
Timo
Maggiorana
Salvia
Rosmarino
600 cc di brodo vegetale
2 bustine di zafferano 

Pulire e lavare le verdure e tagliarle a pezzettini piccoli.  Ungere con olio evo una teglia, mettere il riso in modo da formare uno strato sottile. Coprire con le verdure mischiate insieme; cospargere di parmigiano e pecorino e bagnare con 600 cc di brodo vegetale caldo nel Quale  avrete sciolto lo zafferano. Informare a 160 gradi per un'ora e mezza o fino a che non e' tutto ben cotto. Se necessario aggiungere brodo. Sfornare e servire tiepido.


Con questa ricetta NON partecipo all'MTChallenge di Maggio, anzi partecipo negli anche no!




domenica 19 maggio 2013

Tante novità e un'apple-pie con i mirtilli





Nuntio vobis…. Ce l’ho fatta, ho finito i lavori! Posseggo bagno nuovo nuovo, casa imbiancata di fresco balconcini idem e, ultimo, anche garage e serranda del garage. Tutto in una settimana, di fuoco naturalmente! Non so perché, aver la casa sottosopra e non avere un bagno in casa mi ha agitato moltissimo, prima e durante. Per fortuna che la mia vicina di casa è, diciamo, mooolto disponibile! Gattone è stato spedito armi e bagagli da un’amica, gattina e io siamo rimaste blindate in camera per una settimana, lei dentro al comodino!
Però, però, però, ne è assolutamente valsa la pena! E’ bellissimo, a breve farò un vernissage per gli amici più intimi J
E poi altra notiziona, il mio blogghino ha compiuto un anno! Non avrei mai pensato di resistere così tanto, perché avere un blog porta via molto tempo e io di tempo non ne ho! Pubblico quando posso, cucino quando posso, anche perché gattone è allergico alle novità …
In ogni caso, ringrazio tutti voi, perché passate, lasciate un segno o anche solo leggete silenziosamente! Quella cifra piccolina piccolina che compare in alto a destra, il numero delle visite, mi riempie di orgoglio; mi rendo conto che in confronto a tutti gli altri è piccola piccola, ma non importa perché è mia…. Sono miei, profondamente, miei i post, e le orribili foto. Sono mie le storie, è la mia vita, il mio diario.
Questo blog ha portato anche tante tante nuove amicizie, di quelle vere. Tanti amici, prima conosciuti tramite il blog e poi nella vita vera. Già perché esiste una vita vera, è quella virtuale che è una finta! Beh, se questi sono i risultati di un anno di blog, io son contenta. Altro non mi interessa… Se diventerò più brava a cucinare crescerò in qualità, altrimenti continuerò ad avere un blog un po’scrauso, ma dove c’è tutta me stessa.
E adesso bando alle ciance, che divento prolissa, vi racconto l'esperimento di oggi, che è davvero buono!



Apple pie con mirtilli


per la pasta:
280 gr. di farina
40 gr. di zucchero
140 gr. di burro
acqua fredda qb

per il ripieno:
2 mele renette (circa 350 gr)
250 gr. di mirtilli
la scorza di un limone non trattato
1/2 limone
4 cucchiai di zucchero di canna
2 cucchiai di farina di mandorle





Impastare farina, zucchero, burro tagliato a pezzettini, con la punta delle dita, aggiungendo l'acqua fredda solo in quantità necessaria a far stare insieme il composto (circa 5 cucchiai). Avvolgerla nella pellicola e mettere in frigo per una mezz'ora. Nel frattempo, lavate i mirtilli sotto l'acqua corrente, sbucciate le mele e tagliatele a pezzettini. Mettere la frutta in una ciotola, con lo zucchero di canna, il succo e la scorza di limone e la farina di mandorle. Passata la mezz'ora tirare fuori dal frigo la pasta e dividerla in due pezzi (circa 1/3 e 2/3). Stendete con il mattarello la parte più grande e foderate uno stampo imburrato e infarinato di circa 24 cm, lasciando sbordare un pochino la pasta (servirà per chiudere la torta). Riempite con il composto di frutta, sgocciolandolo con la schiumarola. Tirate l'altra parte della pasta in un disco di circa 24 cm e ponetelo sulla frutta. Chiudete la torta, sigillando bene i bordi. Spennellate con latte e spolverate con un cucchiaio di zucchero. Con una forbce, fate un taglio in mezzo in modo da permettere al vapore in eccesso di uscire. Infornate a 220° per 10 minuti, poi abbassate a 190° e fate cuocere per circa 30/35 minuti. Fate raffreddare molto bene prima di servirla, spolverandola di zucchero al velo. 



domenica 5 maggio 2013

L'armadio delle caccavelle e gli Ale panini




Qualche tempo fa vi avevo lasciato in sospeso la soluzione del problema della caccavella crescente e che proprio non si può lasciare nel negozio… Beh, sono stata illuminata sulla via di Damasco, quando alcuni mesi fa, mi è capitato in mano un catalogo di quella ditta svedese che vende mobili fai da te: bene, in prima pagina, alla voce offerte speciali campeggiava un armadio cm100x270 a solo, dicesi solo, 79 euro. Come sottrarsi a tale acquisto, così risparmioso peraltro? Non si poteva lasciarlo lì, era la soluzione ideale! Dove metterlo? Per fortuna dispongo di uno splendido terazzino verandato, nel senso che è tutto coperto, dove è sita la ormai famosa, anzi famosissima lavatrice!
Lì esisteva anche un piccolo armadietto, dove c’erano detersivi e attrezzi per la pulizia della casa. Due misure, lo sbaraccamento del vecchio armadietto, la mancia al mio gattone per trasporto e montaggio dell’armadio e via, eravamo già in strada! La mia macchina è piccolina, ma non ci siamo neanche posti il problema. In questo negozio/esposizione di mobili c’è un percorso obbligato, nel senso che, per arrivare al posto dove prelevare armadio, ripiani, viti, maniglie e cerniere, ti devi fare tutto, ma proprio tuuuutto il percorso, compreso spazio cucina, utensili e caccavelle. Inutile dire che, mentre il resto del negozio ce lo siamo fatti praticamente di corsa, qui mi sono fermata!!! Farsi lo spazio cucina con gattone è stato davvero divertente, ma davvero! Io mettevo nel carrello e lui sibilava “ce l’abbiamo già! Non ci serve!” e rimetteva a posto; e io riprendevo e tenevo in mano. Poi si è distratto un attimo e io zac tutto nel carrello. Ma la cosa assolutamente più divertente di tutte è stato vederlo trasportare pezzi di armadio (altezza 2.70mt) su un carrello improbabile, facendo lo slalom tra persone e cose… Aplomb inglese all’esterno, strali lanciati sottovoce al malcapitato che osava mettersi sulla sua strada, finalmente siamo arrivati alla macchina. Qui il dramma: ma-come-diavolo-ci-può-stare-un-armadio-in-questo-macchinino????? E’ stato davvero bravissimo, bisogna dirlo! Incredibile, ma vero, sono riuscita anche a guidare per tornare a casa, certo con un’anta a 20 cm dal posto di guida, ma ce l’ho fatta. Qui il malcapitato ha dovuto trasportarsi l’agognato armadio per 4 piani a piedi, porello! La vera caduta di stile, rispetto a un servizio perfetto e anche divertente, l’ha avuta quando si è messo a montare l’armadio sul mio parquet, senza sotto il cartone…. Vabbè non si può avere tutto, però bisogna dire che lo splendido armadio, con i suoi 7 ripiani, la sera era montato!
Non avete idea di come sia bello aprirlo e trovare tutto all’istante, avendo ancora spazio per qualcosa di nuovo!!!!!!!!

E dopo questo sproloquio vi lascio gli Ale Panini che sono i panini di Alessandra di Menù Turistico, con una piccola modifica, ma anche” eil” (la pronuncia rende l’idea) perché sono fatti con la birra Ale!


Ale Panini

500 g di farina
10 g di sale
1 cucchiaino da caffè di lievito secco (è metà dose, ma di solito io aumento i tempi di lievitazione e uso metà lievito)
30 g di burro morbido
300 ml di birra Ale di buona qualità, (io Ceres)
olio d'oliva per impastare

In una terrina, mettere la farina al centro, da una parte il sale, dall'altra il lievito, aggiungere il burro e 3/4 della birra e iniziate ad impastare con la punta delle dita, partendo dal centro e allargandovi pian piano varso i lati. Aggiungete il resto della birra a poco a poco, sempre continuando ad impastare, fino ad ottenere un composto molto morbido, ma non appiccicoso. Le pareti della terrina devono essere pulite.
Spalmate poco olio sul piano di lavoro e passate a lavorare su quello,impastando per 10 minuti: all'inizio, l'impasto sarà umido, poi diventerà via via elastico e soffice. Per quanto riguarda la quantità della birra, partite subito on i 3/4 della dose indicata. Poi, aggiungetela poco per volta: meglio metterla comunque tutta.
Ungete bene una terrina, metteteci il composto, coprite con un panno e lasciate a lievitare tanto (per intenderci io tre ore, se mettete più lievito meno. Rivestite di carta da forno la leccarda del forno.
Versate l'impasto lievitato sul piano di lavoro, fate le pieghe e lavoratelo ancora, fino a quando torna morbido e soffice. Dividetelo in 14 pezzi, di circa 60 g l'uno e formate altrettanti panini rotondi e disponeteli sulla teglia. Coprite con della pellicola e lasciate lievitare, fino al raddoppio. Accendete il forno a 180 gradi; con le forbici, praticate tre tagli orizzontali, spolverateli di farina e cuocete per 30- 40 minuti, fino a quando i panini saranno dorati e se toccati alla base, rimanderanno un suono cavo.