domenica 23 settembre 2012

Pasqualina de 'noialtri... che non siamo genovesi!






Il ragazzo è uscito, di corsa a scrivere il post! Mi sembra di essere un pericoloso delinquente che progetta strane cose, tanto faccio le cose in segreto. Scrivo post di notte, commento al blog chiusa in cucina, aspetto che esca per caricare le foto, fotografo quando dorme o quando è nella vasca, il che è più o meno la stessa cosa. Tutto in gran segreto perchè? Perchè mio figlio non sa che ho un blog e non lo deve sapere! Perchè se lo sapesse, prima mi prenderebbe in giro e poi comincerebbe a dire che la grafica la deve curare lui, che è bravo, che le foto le deve fare lui (il che sarebbe assolutamente meglio!)  ecc. ecc. E poi, cosa posti...ah no questo si deve fare così, quell'altro cosà....due palle!
Senza contare i suoi tempi, che dire biblici è dire poco, non sarebbe più il mio blog...Senza contare, ehm ehm, che se leggesse i vari post rischierei una denuncia per violazione della privacy! Quindi zitti zitti e acqua in bocca! Già mi ha beccato il mio fratellino e mi ha bellamente preso in giro per un pomeriggio, ma l'ho supplicato di tenere il segreto e fino ad ora l'ha fatto...D'altra parte, lui e l'altro sono talmente occupati a sfinirmi perchè tratto troppo bene la gattina e la chiamo anche "amore mio", che per ora si divertono così. E' solo da quando son nata che mi prendono in giro su tutto! Da quando Federico ha il dono della parola, poi, si è unito all'allegra banda e quindi le riunioni di famiglia per me sono veramente poco esilaranti e invece per loro sono uno spasso.
Bando alle ciance, che ho un sacco di lavoro da fare e passiamo alla ricetta, provata ieri sera per cena. C'era un amico di mio figlio e se la sono sbafata quasi tutta, tanto che ho dovuto chiedere di lasciarne una fetta per fare le foto... (Federico dell'MTC lo sa!).






Pasqualina de 'noialtri

per la pasta
300 gr farina Manitoba
30 g  olio Evo
1/2 bicchiere di vino bianco
acqua
sale

per il ripieno:
2 uova
900 gr Peperoni
2 patate medie
250 gr di “prescinseua" (ho trovato il pusher!!!!!)
100 gr parmigiano
10 gr maggiorana fresca
sale, pepe
olio evo



Per la pasta e il procedimento vi rimando alla Vitto (QUI) io vi racconto solo il ripieno che sono alla terza Pasqualina e quindi dovreste aver imparato :)

Lavare le patate e metterle a lessare in acqua leggermente salata; lavare i peperoni e farli arrostire in forno a 200° per mezz'ora. Quando sono cotti pelarli, cercando di rimetterci un paio di dita come me (lo so che si mettono in un sacchetto per una mezz'ora dopo si pelano bene, ma avevo frettissima!), pulirli dai semi, farli a pezzi e metterli nel mixer, insieme alle patate bollite. Scaldare un paio di cucchiai di olio in una pentola e unire il composto, far sobbollire piano per asciugarlo il più possibile. in una ciotola unire i formaggi e le uova, aggiustare di sale e pepe e unire le foglioline di maggiorana lavate. Quando il composto di peperoni si sarà asciugato bene, toglierlo dal fuoco. Una volta raffreddato, unirlo ai formaggi e comporre la Pasqualina come spiega la Vitto. Cuocere a 180° per 45 minuti.
Veramente buona e saporita! Vado che torna il fanciullo!






Con questa ricetta partecipo all'MT Challenge di settembre:




martedì 18 settembre 2012

Torta Salata Ligure e Buon Compleanno Silvietta!








“ma..ma … ma che gnocca! Oddio, ma sei bellissima!” così mi accoglieva Silvia sabato scorso, in occasione del famoso matrimonio del mio quasi nipote! Elegante ero elegante, ma la reazione di Silvia è sempre da morir dal ridere, passava a segnalare a tutti quelli che vedeva quant’ero bella. Non rende a scriverlo, ma Silvia è uno spasso, non lo fa apposta né si atteggia a spiritosa, lei è così, naturalmente. Non che abbia una vita facile, anzi, ma ha questo modo di prendere le cose con allegra e intelligente ironia, che riesce a farti ridere anche quando davvero non ne hai voglia! Simpatica, a tratti buffa, ma donna anche seria e intelligente. Ci siamo conosciute per caso, ma è stato per così dire un colpo di fulmine! Non capite male eh! Abbiamo condiviso  8 anni di volontariato, a tratti pesante, ma ci siamo divertite come non mai. E’ un’amicizia matura dove non si deve stare insieme per forza, non ci si deve sentire per forza, non si deve fare nulla per forza, ma quando ci si vede è una festa, anche se il tempo è ridotto a 5 minuti…
Per dirvi com’è ci sarebbero tante parole, ma mi piace più dirvi come si sente…con questa vignetta (io sono Lupo Alberto e lei “L’Enrico”, quello che: “parole sue: non capisce una cippa, interviene nel momento sbagliato e dice cose a caso”…non è ovviamente vero, ma è sintomo della sua simpatia)





Silvia oggi compie gli anni e allora quest’anno gli auguri glieli faccio così, con questo post, e anche con una torta, quando avrò il tempo di farla. Oltre che alle amiche dell’MTC, Silvia è una delle maggiori fan di questo blog, anche se non vedrete mai un suo commento, non perché non voglia, ma semplicemente perché lei e la tecnologia sono agli antipodi. Ogni volta che le faccio vedere qualcosa fatto con il pc mi si stupisce…”ma dai, giura, come mi resti tecnologica”. Son due anni che ha imparato a usare le mail, word, e finanche feisbuc., stupendo tutti noi con effetti speciali. Però si ferma lì… Silvia è una delle stelle quando il mio cielo mi sembra buio, è una voce che ascolta senza mai giudicare, è la roccia alla quale aggrapparsi quando tutto crolla, è un’amica sincera e io le voglio un mondo di bene!
Auguri tesoro, magari non mi leggi questo post, non importa… un abbraccione
E ora la ricetta che altrimenti mi divento lagnosa.


(Silvia non c'entra niente con il cognome!!!E' un caso!)











Torta Salata ligure patate e porri 

300 gr di farina manitoba
1/2 bicchiere di vino
1 cucchiaino di sale
30 gr di olio EVO
acqua qb

700 gr di patate
500 gr di porri (già puliti)
2 uova
100 gr di parmigiano
maggiorana (15 gr. fresca)
erba cipollina (10 gr. fresca)
sale
pepe






preparare la pasta come da ricetta di Vitto, che trovate qui. Mentre riposa, lavate le patate e mettetele a cuocere in abbondante acqua leggermente salata. Pulite i porri e affettateli sottili sottili (io con la mandolina). Mettete in una padella molto capace l'erba cipollina tagliata fine fine e fatela rosolare con 3/4 cucchiai di olio per un minuto. Aggiungete i porri e fateli appassire. Togliete dal fuoco, aggiustateli di sale e pepe e fate raffreddare. Quando le patate saranno ben cotte, pelatele e schiacciatele con la forchetta, unitele ai porri, rimettendo la pentola sul fuoco. Fate insaporire le patate, togliete dal fuoco unite maggiorana e formaggio grana. Quando il composto sarà freddo aggiungete due uova leggermente sbattute. Salate e pepate il tutto.
Tirate le sfoglie, come da istruzioni della Vitto, foderate uno stampo da 24, con due sfoglie, ricordandovi di spennellare sempre con olio evo tra una sfoglia e l'altra, unite il composto e livellate bene. Ricoprite con le tre sfoglie avanzate saldandole bene ai lati. Alla penultima sfoglia e ultima sfoglia gonfiate con la cannuccia come spiegato sempre dalla Vitto.
Infornate a 180° per 45 minuti circa o fino a quando la superficie sarà ben dorata. Fate raffreddare prima di mangiarla.





con questa ricetta partecipo all'MTC di Settembre






giovedì 13 settembre 2012

Il Talismano e la Pasqualina


La Torta Pasqualina






Come molti sanno, la mia Bibbia, in cucina, è il Talismano della Felicità. Sarà perché buona parte delle ricette tradizionali di casa mia vengon da lì, sarà perché quand’ero bambina e mia madre cucinava consultava solo questa raccolta, sarà perché evoca ricordi felici; sarà quel che sarà, così è. Infatti, quando ho saputo che questo mese di settembre l’MTC avrebbe avuto come protagonista la torta “Pasqualina”, presa in diretta dalla più fedele tradizione genovese, è lì che sono andata a guardare, nel tentativo, come ha chiesto Alessandra di Menù Turistico, di recuperare quante più possibili ricette “vere”. E  lì mi son fermata; perché la signora Ada Boni ci mette due pagine fitte fitte a spiegare come si fa la Torta Pasqualina, esordisce chiamandola la “gloria” di Gevova e riporta anche questo detto

“beneita e beneisia quella magnin-a
Ca sa ben unn-a torta Pasqualina”

“Benedetta e ribenedetta quella manina che sa fare la Torta Pasqualina”. Conquistata dall’incipit e dal rispetto dell’autrice nei confronti della tradizione ho deciso che la mia prima Pasqualina doveva essere questa.
L’unica variazione importante è stata la pasta, perché il Talismano indicava 500 gr. Di farina e mi sembrava che sarebbe venuta troppa pasta per le mie esigenze. Quindi come da regolamento la pasta e le indicazioni su questa le ho prese da qui, il resto è Talismano.





300 gr di farina (io manitoba)
sale
30 gr di olio EVO oltre quello per cucinare
½ bicchiere di vino bianco secco
1,2 Kg di bietole
150 gr di ricotta uniti a 100 gr di yogurt greco (per sostituire la “prescinseua”)
2 pugni di parmigiano grattugiato
1 pugno di funghi secchi
1 spicchio di aglio
Trito di cipolla
Maggiorana
Uovo  



Impastare la farina con l’olio, il sale, il vino e circa ½ bicchiere di acqua (la pasta deve venire morbida ma non appiccicosa). Dividere in 5 palline (io 9) e fare riposare per 2 ore coperta da pellicola.
Soffriggere in una padella il trito di cipolla con 4 cucchiai di olio Evo (non troppa per me circa ¼ di una cipolla media). Ammorbidire i funghi secchi in acqua fredda e tagliarli finemente; quando la cipolla sarà imbiondita, unire i funghi e l’aglio. Lasciare cuocere a fuoco basso per una decina di minuti. Pulire 1,2 kg di bietole, togliendo quasi tutta la parte del gambo, tagliarle a striscioline e cuocere nella padella dei funghi. Aggiungere la maggiorana (io 5 gr fresca). Lasciare sul fuoco fino a quando il composto non si sarà asciugato bene; regolare di sale, pepe e togliere dal fuoco. Lasciare raffreddare e unire un pugno di parmigiano. In una ciotola lavorare la ricotta con lo yogurt, unire un uovo e un pugno di parmigiano, un pizzico di maggiorana (io 5 gr fresca), sale e pepe.
Stendere una pallina in una sfoglia sottile e foderate il fondo e le pareti di una teglia tonda (diametro 24) unta d’olio facendola un poco debordare  Ungete la pasta di olio con il pennello, stendete la seconda sfoglia. Riempire il guscio con le bietole e con il composto di formaggio. Con il dorso di un cucchiaio fate tre incavi e fate scivolare dentro ognuno un uovo (questa parte si può omettere). Condite le uova con un pizzico di sale e un goccino di olio. Tirate un’altra sfoglie sottile e sovrapponetela al ripieno delicatamente avendo cura di saldarla bene sui bordi. Spennellate di olio. Tirate le altre sfoglie e sovrapporle una alla volta avendo cura di spennerlarle di olio. Stendere la punultima sfoglia, saldare bene ai bordi, lasciando un buchino. Inserire nel buchino una cannuccia, soffiare aria fino a che non si gonfia bene, togliere la cannuccia e chiudere bene in modo che non si sgonfi. Ripetere il procedimento con l’ultima sfoglia. Infornare a 180° fino a che la pasta non diventa dorata (circa 40 minuti). Non è buona, di più.





Con questa ricetta partecipo all’MTC di settembre (forse...)


lunedì 10 settembre 2012

uno strano alfabeto e una "spirale" golosa!




Ho avuto un’estate tranquilla, rilassata, con tanto tempo sotto l’ombrellone a far chiacchere e guardarmi in giro. Un punto d’osservazione interessante…quest’anno mi sono concentrata sugli adolescenti, tra tutte le “categorie”, certamente la più stramba. Ne è uscito questo piccolo alfabeto, forse un po’ esagerato, ma neanche tanto. Ho uno splendido adolescente in casa, come molti sanno, ma quanto sotto non è in alcun modo da riferirsi a lui, o quantomeno è condiviso con altri genitori di adolescenti maschi e femmine.

A come armadio: contenitore dove qualcuno mette in bell’ordine biancheria e vestiti; istruzioni per l'uso: aprire, scegliere, se si cambia idea ributtare dentro, lasciare rigorosamente cassetti e ante aperte, così prende aria e il gatto può entrare a fare un po’ di casino.
B come bagno: stanza a uso e consumo dei figli,  necessariamente dotata di musica “a palla”, dove il minimo di stazionamento è un’ora, 40 minuti per doccia e/o Bagno e 20 per altro; nessuna importanza se altri hanno bisogno dell’unico bagno, aspettano…
C come computer: parola chiave, oggetto irrinunciabile alias finestra sul mondo, dove per aprirla non c’è neanche bisogno di alzarsi. Si fanno compiti, alla bisogna, con un semplice click, si gioca, si vedono film/tv, si ciatta con gli amici, si va su feisbuk, cosa vuoi di più? Condizione sine qua non: linea ad alta velocità…altro che TAV!
 D come disordine  Non va interpretato nel senso comune del termine, ma in un modo nuovo, cioè diversamente ordinato. Il che implica che nel gran casino c’è un ordine, tutto adolescenziale, ma c’è. Occorre fare un atto di fede, perché l’effetto visivo è devastante, l’unico difetto è che i panni sporchi non vanno da soli in lavatrice. Ma si sa, tutte le invenzioni hanno un tempo di rodaggio…
 E come e bay uguale  vetrina per ogni tipo di acquisto.
F come fame…tanta tanta tanta, ma altresì selezionata, solo quello che voglio io…e non c’è neanche Ambrogio!!!
G come gatto: simpatico animale domestico da far curare a qualcun altro, da coccolare alla bisogna e spaventare ogni tanto. La sua educazione è importante e quindi bisogna assolutamente che impari a rispondere ai comandi, seduta, sdraiata… vieni qui e vai là. Un animale di pezza, formato vivente.
 H come Hotel, cioè la propria casa…
 I come i phone, i pad, i pod, i mac….tutto griffato con mela mangiucchiata, altrimenti non vale!
 L come Letto: oggetto comodo dove riposare le stanche membra per almeno 10 ore al giorno per contratto, in assenza protesta sindacale.
 M come Musica assolutamente irrinunciabile 24 ore su 24. Niente melodie, rock e rap, sempre al massimo, con immensa goduria dei vicini e dei familiari. Meglio se si ascolta attentamente una sola canzone ripetuta dalla 100 alle 200 volte pro die.
N come notte, preferibilmente fonda …l’ora in cui si va a letto, minimo le tre…
O come oh! Stupore…davanti ai voti scolastici, preferibilmente negativi
P come Pigrizia: dire che un bradipo è più sveglio di un adolescente è il minimo. Di norma è la pigrizia fatta persona, ci mette un’ora, spacciandolo per un minuto, per fare qualsiasi cosa. Oltre che al lato pratico è bradipo nella testa avendo il cervello quasi sempre in posizione off.
Q come quaderno: oggetto d’antiquariato, che usano i matusa, oggi si usa il pc l’iphone ecc.
R come ritardo… stato non voluto  di eventi concatenati, che casualmente si ripetono ogni giorno, che portano a presentarsi in un qualunque posto fuori tempo massimo. Vocabolo assolutamente in disuso, sostituito dal più versatile “ci si becca lì alla solita ora”
S come studiare, lettera cancellata dall’alfabeto… rimane solo con il prefisso sonn-, altrimenti si potrebbe incorrere in scuola e sveglia.
T come te possino, espressione assolutamente inutile e genitoriale
U come ultimo: anche questa espressione tipicamente adulta associata soprattutto al sostantivo “volta” è l’ultima volta che… e non è mai l’ultima volta…
V come vacanza, condizione praticamente perenne dell’adolescente medio







Dopo queste amene disquisizioni mi son lanciata in una torta salata, tanto per scaricare un po' la tensione...

Spirale con Spinaci
(da un'idea di  "Sale & Pepe" settembre 2012)

300 gr di farina
un uovo
 olio evo
100 gr di scamorza
100 gr di prosciutto cotto
50 gr. di pinoli
300 gr spinaci freschi
pangrattato






Mescolare in una terrina farina, 3 cucchiai di olio, sale, 3 o 4 cucchiai di acqua, lavorando poi sulla spianatoia per almeno 5 minuti fino a ottenere una pasta morbida ed elastica. Formate una palla e fatela riposare per almeno 1/2 ora. Nel frattempo far soffriggere in una padella 3 cucchiai di olio evo, tostare i pinoli, unire gli spinaci, abbassare il fuoco fin a cottura completa degli stessi (ci vogliono 5 minuti circa). Stendere la pasta sottile, altezza 1 o 2 mm, dandole la forma di un rettangolo 20X60.  Spolverare di pangrattato e adagiare sulla parte lunga a tre cm circa dal bordo le fette di prosciutto cotto, la scamorza, e infine gli spinaci. Arrotolare, saldando bene i bordi. Appoggiare il "serpentone" sulla carta forno e arrotolarlo delicatamente fino a formare una spirale. Spennellate con burro fuso e coprite di lamelle di mandorle. Infornate a 180° per una mezz'ora.




lunedì 3 settembre 2012

Fine delle vacanze, con un cake ai mirtilli




Vacanze finite…fatte, fino all’anno prossimo basta. Tanto desiderate e finite in fretta, troppo in fretta. Tranquille, forse non troppo divertenti, modello relax. Non mi lamento, fedele come non mai al motto “Chi si accontenta gode!”. C’è poi un detto meno famoso e, a dirla tutta un pochino inquietante, che recita “Chi si accontenta gode solo a metà!”. Questo però faro finta di non conoscerlo, rifugiandomi nel primo citato. Comunque piccolo strascico di vacanza, visto che sono priva di fanciullo per una settimana e quindi libera di chiudere la cucina senza l’obbligo di cucinare pranzi e cene. Strano eh, detto da una che ha un blog di cucina! D’altra parte l’adorabile adolescente si ciba con quantità industriali di tre o quattro pietanze, quindi cucinare per lui è una tale noia! E’ poi attentissimo ai sapori, quindi ti becca all’istante se provi qualcosina di nuovo mixato magari ad una pietanza già collaudata. Mi ha beccato subito quando ho messo un filo di maggiorana nella torta salata e così mi è toccato mangiarmela da sola… 
Comunque anche in vacanza non ho potuto esimermi, pur avendo una cucina poco attrezzata ed essendoci circa 40°, dal fare qualche torta, che a breve vi posterò. Da perfetta foodblogger infatti ho dimenticato di fare le foto e quindi mi toccherà “sacrificarmi” e rifarle.
Quello di oggi invece è un cake famoso, che porta la firma di  Pierre Hermè. Per me è come se fosse firmato Mario Bianchi perché non so chi sia… qualcuno lo conosco eh, non tanti, ma qualcuno sì e a dirla tutta ce ne sono alcuni che oltre ad esser bravi sono anche belli, insomma ci si rifà palato e occhi in una volta sola, mica male. Divago, come sempre, e torno quindi in tema proponendovi questo cake estremamente buono. La ricetta l’ho presa da Menù turistico, tanto per cambiare, però ho apportato qualche variazione. L’originale, cioè quello di MT, lo trovate qui.





Cake di Hermè ai mirtilli


100 gr di zucchero (io fruttosio)
50 gr di Cassonade (io zucchero di canna)
4 uova
200 gr di burro salato
½ bustina di lievito per dolci
3 cucchiai di brandy
250 gr di mirtilli freschi
300 gr di farina (io 150 gr manitoba e 150 “00”)

Montate con le fruste elettriche il burro con gli zuccheri, fino a quando il composto non diventa spumoso (7 minuti del mitico Kenwood). Aggiungete, sempre montando, un uovo alla volta, facendo attenzione a non unirne un altro fino a che il precedente non è perfettamente amalgamato. Unite poi la farina setacciata con il lievito e per ultimi i mirtilli e il brandy. Nella ricetta originale c'è il rum e serve per il procedimento. Nel mio non era necessario, ma, a mio parere, ci sta; serve a stemperare un pochino il sapore del burro. Il composto risulterà abbastanza consistente. Imburrate e infarinate uno stampo da plum cake della capienza di 1 litro e mezzo. Versate il composto nello stampo e infornate a 180° (dopo aver scaldato il forno a 200°) e fate cuocere per 40 minuti. Poi fate la prova stecchino, che deve rimanere umido, ma senza grumi di impasto attaccati. Fate raffreddare e servite.
Buon appetito!