venerdì 30 novembre 2012

un compleanno dolce dolce....







Oggi è il compleanno di un'amica.
Così ho pensato di dedicarle questo post, perchè lei è un'amica speciale.
E' una nuova amica, ma è come se ci conoscessimo da taaaaanto tempo,
e' una donna stupenda, che non ha avuto vita facile, ma ha combattuto a muso duro
le sfortune che le sono capitate e ha anche vinto!
E' un'amica sempre disponibile, che verrebbe qui a mezzanotte se glielo chiedessi,
perchè ha capito che dare è molto meglio che ricevere 
e,comunque, essendo buona di suo non saprebbe fare altro.
E' una persona intelligente, dotata di tanta tanta ironia,
intelligente ironia!
Sembra che butti tutto in scherzo, ma non è così!
Di certo però con lei si fanno tante tante risate e si sa, ridere rende più facile la vita!
Quest'amica oggi non vorrebbe che fosse il suo compleanno
e, se potesse, glisserebbe elegantemente questa data....
Ma non si può!
Per consolarla, allora le dedico questo post di dolcezze.
Non vi dico chi è, perchè penso che vorrebbe passare inosservata,
però le auguro di passare una giornata veramente stupenda!

Auguri!!!!!!!!!!!!!!!!!

Cominciamo dai cioccolatini
Prima e ultima volta, ho provato ed erano veramente buonissimi... Però, e non è un però da poco, si spreca tantissimo cioccolato. Io non amo sprecare le cose, non per il costo, ma per o spreco in sè.
Quindi basta, però devo dirlo...non si riesce a smettere di mangiarli...








Cioccolatini sfiziosi


Ingredienti
250 gr di cioccolato
200 ml di panna
30 gr nocciole tritate grossolanamente
30 gr noci tritate grossolanamente
1 cucchiaino di maizena sciolto in un goccio di acqua

Fondere 200 gr cioccolato a bagnomaria, facendo molta attenzione che il pentolino con il cioccolato non tocchi l'acqua bollente. Quando sarà ben fuso, colarlo nello stampo (io in silicone), muovendolo, in modo che il cioccolato sia ben distribuito lungo le pareti. A questo punto, eliminate dallo stampo il cioccolato in eccesso, ricolandolo nel pentolino. Resterà cioccolato solo sul fondo e  sulle pareti. Mettere in frigo per 30 minuti almeno, meglio se di più. Nel frattempo, preparare la cremina. Portare quasi a ebollizione la panna, quando starà del bollire toglierla dal fuoco e aggiungere la maizena. Aggiungere anche 50 gr di cioccolato tritato grossolanamente. Quando sarà tutto ben amalgamato, far raffreddare e mettere in frigo, anche questo per una mezz'ora. Passato il tempo, aggiungere le noci e le nocciole, amalgamando bene. Prendere lo stampo dal frigo e porre in ogni cavità un cucchiaino di ripieno, senza eccedere. Rimettere in frigo per un'ora. Quando sarà il momento, io sono andata un po' ad occhio, ma più sta in frigo meglio è, scaldare nuovamente  il pentolino dove ci sarà ancora un po' di cioccolato e rifonderlo. Quindi ricolatelo nello stampo, spennellando bene la superficie, in modo che il cioccolato riempia bene ogni buchino. Rimettette in frigo, meglio se tutta la notte. Il giorno dopo sformate i cioccolatini. Inutile dire che il cioccolato dovrebbe essere "temperato", perchè assume più consistenza e stabilità. Una volta l'ho fatto e, per fortuna, non ero in casa mia...Già mi vedo cioccolato penetrare nelle piccolissime "fughe"  del piano di legno della cucina....no, no meglio no! :)
Naturalmente, vi sarà avanzata tantissima crema, se avete seguito le mie dosi!
Che fare? Io l'avrei mangiata a cucchiaiate, ma forse sarebbe stato esagerato!
Quindi ho pensato a dei biscottini farciti...







Biscottini farciti


Non ve la vendo come mia la ricetta, non potrei mai! Quella della cremina me la sono inventata di sana pianta, ma non era difficile!
La ricetta dei biscotti invece l'ho presa qui. La ricetta è strepitosa e la blogger anche, per cui lascio a lei l'onere di spiegare il passo passo. Ovvio che io non li ho glassati! Li ho solo fatti con le formine per dolci in numero pari (64 per la precisione - quindi 32 farciti). Morbidi, farciti ancora caldi, sono una squisitezza!
Non so quanto si conservino, io li ho regalati (sigh!) in giornata, ma non hanno visto l'alba del giorno dopo. Se riuscite a conservarli....fatemi sapere!



sabato 24 novembre 2012

il soufflée glacé di Silvia







Confesso, non ho mai seguito l'MTC prima della Frangipane, se togliamo due rapide, quanto fugaci, apparizioni dovute al Danubio e ai Gnocchi di Semolino.
Nè ho mai letto niente in proposito, nonostante fossi e sia ancora oggi MT - dipendente. 
Questo mese, causa ditine rotte, mano sinistra per fortuna, ho avuto invece il tempo di leggere a destra e manca e soprattutto di partecipare a quei due o tre contest, che di solito vedo, ma che non mi vedono protagonista, per assoluta mancanza di tempo. Uno di questi è The recipe-tionist di Cuocicucidici. Stavo mollemente seduta sul mio letto a sfogliare ricette di Silvia, alla ricerca di un semplicissimo dolce da proporre ai miei amici, da farsi con Kenwood e una manina sola, quando d'un tratto m'è cascato l'occhio su  questo e leggendo il post mi sono resa conto che era una delle sfide dell'MTC di qualche tempo fa.
Devo dire che da lì sono andata a vedermi un po' di sfide....ma cosa mi son persa! Ci sarebbe da rifarsele tutte, baccalà a parte!
così, visto che la proposta di Silvia era assolutamente  ispirevole, lo so che non si dice, ma rende l'idea,  l'ho proposto ai miei amici. Un successone!
Ho cambiato un pochino e quindi non so se vale, non tanto per l'ingrediente, ma per il procedimento. Le fragole sono state una botta di .... Kiulo, trovate al mercato a poco e profumatissime!

Ingredienti per la base 


250 gr yogurt bianco
3 albumi (del peso di circa 100gr)
200 gr zucchero a velo
100 ml acqua per lo sciroppo
200 ml panna montata


per la Salsa
250-300 gr di fragole
180 ml. Acqua
50 gr di zucchero
1 banana



Preparare la meringa italiana
Montare gli albumi a neve fermissima. Preparare uno sciroppo con lo zucchero a velo e l'acqua, far sciogliere sul fuoco fino ad avere uno sciroppo piuttosto denso. Se avete un termometro lo sciroppo e' pronto quando raggiunge la temperatura di 121 gradi. Altrimenti fate come me e dopo 3 minuti che bolle spegnete.
Versare lo sciroppo negli albumi montati a neve continuando a sbattere il composto fino a quando non sarà freddo, poi passare in frigo.
Montare la panna. Amalgamare le 3 creme (yogurt-panna-meringa) e versare nello stampo e mettere in freezer per almeno 6 ore.


Preparare la salsina

Frullare con il minipimer, in un recipiente antischizzi, 250-300g. di fragole e una banana.Quando saranno ridotte a purea, unire 180ml. acqua, 55-60g. di zucchero. 


Dopo tre ore che avevo messo il soufflée in freezer, ho fatto tre buchi nel dolce, con un cucchiaio e li ho riempiti con un po' di salsina. Devo dire che il risultato è molto scenografico, anche se la diversa consistenza dei due componenti mette leggermente in difficoltà.




Con questa ricetta partecipo a The Recipe-tionist di Novembre:





venerdì 23 novembre 2012

Il fritto di casa mia...




A casa di mia mamma si è sempre mangiato parecchio. Sarà che erano altri tempi, sarà che eravamo quattro fratelli, tre maschi ed io, sarà che nessuno di noi ha mai sofferto di inappetenza...
E si friggeva spesso, almeno una volta ogni quindici giorni, o almeno ogni volta che c'era qualche avanzo di carne o riso da riciclare. Mio papà amava moltissimo le polpette di carne, sosteneva che dentro ci si poteva mettere di tutto (è stato fermato più di una volta da mia madre con qualcosa di "inadatto" in mano) e si dilettava ogni tanto a farle, con ricca quantità di aglio nell'impasto. La cucina alla fine era un delirio, ma lui si era tanto divertito! Ma il fritto di casa mia non erano solo le polpette, per le quali, tra parentesi, non c'è alcuna ricetta, tanto è la varietà di cibi riciclabili. Il vero fritto, quello del giovedì, secondo i miei ricordi, erano: patatine, crocchette di riso, mooolto lontane dagli arancini/ine siciliano, melanzane in cotoletta e, ovviamente, se non c'erano le polpette di carne, cotoletta alla milanese. Non con l'osso, ma fritta certamente, almeno quand'ero piccola, nel burro.
Vi sto portando un po' fuori strada, ma quando scrivo di casa mia i ricordi sono talmente tanti che è difficile fermarmi!
Così come legato al fritto c'è un altro ricordo vivido e bellissimo: il corso di cucina fatto da bambina, circa dieci anni. Ero bella cicciottella e di sicuro molto golosa, "di salato", e quando la mia mamma mi ha iscritto a un corso di cucina, per aderire a un'iniziativa benefica, ha fatto di me una bambina felice! Due cose mi ricordo ancora adesso: una torta di mele, non facile, con frolla sopra e sotto e le crocchette di patate! Quindi in questo "mare magnum" di ricordi "fritti", quando ho pensato al contest di Mariella due cose mi son venute in mente: le melanzane in cotoletta e le crocchette di patate!

Melanzane in cotoletta


per 6 "bocche buone"

2 melanzane medie
1 o 2 uova
pangrattato
sale
olio per friggere (questa volta EVO leggerissimo di solito semi di arachide)

Sbucciare le melanzane, dopo averle lavate. Farle a fette abbastanza spesse, 7/8 mm. Disporle o nel colapasta, distanziate una dall'altra o su un piatto di portata, salarle abbondantemente e lasciarle riposare un'oretta, fino a che non "buttano fuori l'acqua". Girarle e ripetere l'operazione. Dopo circa 2 ore, lavarle molto velocemente, per sciacquare il sale in eccesso. Asciugarle benissimo, premendole leggermente con un canovaccio pulito. Passare nell'uovo sbattuto, leggermente salato, e nel pangrattato, sempre premendole leggermente. Friggere in abbondante olio.






Crocchette di patate


1 kg di patate
2 o 3 uova (1 per l'impasto e uno o due per la panatura)
1/2 cipolla
5 cucchiai di parmigiano grattuggiato
semi di finocchio (facoltativo)
pangrattato
olio per friggere

Far bollire le patate in tanta acqua. Affettare la cipolla molto sottile e farla soffriggere in tre cucchiai di olio (inutile dire che la ricetta dice burro e che mia nonna si rivolterebbe nella tomba se sapesse di questo cambio). Quando le patate sono ben cotte, schiacciarle con la forchetta e farle soffriggere nella cipolla, fino a che non sono bene asciutte, unitamente ai semi di finocchio. Far raffreddare il composto, unire un uovo e il parmigiano. Fare tante palline, passarle nell'uovo e nel pangrattato, io faccio doppia panatura, perchè l'impasto è abbastanza morbido.
Friggere in abbondante olio.







Con questa ricetta partecipo al primo contest di Mariella Cooking




martedì 20 novembre 2012

Arancine "Unificate"





Giulia (“mamma” di Sghimbesci e Spatasciati) e Francy (“mamma” di Scorribande in cucina") non si conoscevano fino a pochi mesi fa,e, forse, non si sarebbero conosciute mai se non fosse per una passione che hanno in comune: cucinare, con l’aggiunta di un po’ di “follia”. 
Sì, perché partecipare all’MTC ogni mese e non con una ricetta, ma con due o tre, è un po’ folle così come è folle il gruppo dell’MTC su Feisbuc, folle e divertente!





Non divagando, queste due mamme di blogger, e ce ne sarebbero state molte altre se la vita di tutti i giorni, la famiglia e il lavoro non si fossero messi di mezzo, han deciso che fare “le arancine” (e non chiamateli arancini!!!) era una cosa da condividere. E chissene se c’è un contest di mezzo! Perché a nessuno, in questo folle gruppo, interessa vincere, ma interessa cucinare, mettersi alla prova, imparare, sfidare sé stessi e condividere, darsi consigli, essere amici, di “penna”, e se si riesce “de visu”, che è sinceramente meglio!


E quindi in un sabato pomeriggio piovoso di novembre la cucina di Scorribande è diventata una fucina di attività dove si è impastato, insegnato e imparato, assaggiato, chiacchierato, riso, e vi assicuro che riso ce n’era ovunque, raccontato, ascoltato, e di tanto in tanto coccolato due splendidi bambini, che non ne volevano sapere di giocare tranquilli quando di là ci si divertiva tanto! Sì, ci siamo veramente divertite e le ore son volate! Lo rifaremo senz’altro, allargando il giro almeno alle altre mamme di blogger milanesi… non oso immaginare il casino, però che divertimento!





Tornando a noi abbiamo cominciato da zero, cioè rifacendo pari pari la ricetta di Roberta, perché Giulia non li aveva mai neanche assaggiati e Francesca non li faceva da tanto tempo, e quindi siam partite da zero. Poi, ognuno, avendo visto e amalgamato gli ingredienti vari, e controllato la “resa”, ha personalizzato come riteneva più adatto, ma questo ve lo raccontiamo un’altra volta....
A reti unificate, vi lasciamo con la tradizione, quella che ci ha fatto immaginare grandi cucine assolate, con nonne e mamme, forti di vita vissuta, che trasformavano semplici e poveri ingredienti con lentezza e meticolosità, per arrivare ad un “unicum” che solo la cucina siciliana sa dare, fatta di riti, tradizione e sapore…






con questa ricetta Giulia e Francesca partecipano all'MTChallenge di Novembre



sabato 17 novembre 2012

Arancine alla "Muzio Scevola" o Arancine "Camune"







Tranquilli, Tranquilli. Non mi sono arrostita una mano, nè l'ho buttata nell'olio bollente e non è neanche la destra! Però, in un quanto mai inusuale volo, non pindarico, mi sono fratturata due ditina della mano sinistra, il medio e l'anulare. Il primo che fa battute....
So perfettamente che Muzio Scevola non c'entra molto, ma il paragone mi è parso calzante quanto meno sotto il profilo della mano unica.
Tutto ciò premesso, avendo due ditina steccate, ho un po' di problemi  a rapportarmi con le incombenze della vita di tutti i giorni, stirare, far da mangiare, lavare ecc.. L'unica cosa che non avrei problemi a  fare sarebbe lavorare, ma non mi vogliono e quindi mi tocca stare a casa.
In questo temporaneo fermo tecnico, mi riesce però benissimo uscire e incontrare amici, chiacchierare e dedicarmi a tutte quelle belle amenità per le quali di solito non ho molto tempo. Ebbene, in una di queste amorevoli chiacchierate, stavo raccontando ad un'amica delle arancine di riso fatte e surgelate esattamente un giorno prima di farmi male, quando lei, presa dal sacro fuoco dell'aiuto domestico, mi ha detto: "ma Giulia che problema c'è vengo io a cucinarle!". Di lì a invitarla a cena, con annessi altri tre amici il passo è stato brevissimo... sono arrivati armati di fame e buona volontà, pronti a dedicarsi alla frittura e alla mia cucina con dedizione, citando a memoria il passo in cui Camilleri racconta della felicità del commissario Montalbano di fronte agli  arancini della Signora Cirinciò. Non so se fossero arancine o arancini, ma trattandosi di citazione, vale ...
Tra questi amici ce n'era uno particolarmente goloso che non mi lasciava neanche il tempo di scolare l'arancina, che se l'era già mangiata. Questo per spiegare il dramma dell'orribile foto sottoriportata... l'arancina di cui trattasi era la terza di fila con il ripieno "da concorso" e le altre due erano già state indebitamente sottratte, per cui rimaneva solo lei e sfortuna ha voluto che non fosse cotta abbastanza. Per questo il dadino di formaggio, al suo interno, non si presenta squagliato! Il sapore non ne ha risentito, ma la foto, guarda caso, è orribile!
Va beh ho due ditina rotte, non posso mica rifarle! :))





Arancine "Camune"


Mio padre era originario del "Val Camonica", una bellissima valle che si stende da Brescia al Passo del Tonale, al confine con il Trentino; a sua volta era figlio di Camuni DOC, che si sono poi spostati verso Brescia, per motivi di lavoro del nonno. La sua famiglia era quindi portatrice di tradizioni, anche gastronomiche,  molto ben radicate. Tra queste, il piatto che più fervidamente è rimasto impresso nella mia memoria sono i "Casoncei", piatto che si mangiava solo a casa dei nonni e che mia madre mai s'è sognata di rifare, anche perchè penso richieda un certo impegno. Qualche zia si è poi avventurata in questa pietanza della giovinezza, con ottimi risultati direi, ma è ormai da anni che nessuno ne fa più. Se  poi, per caso, vi trovate in valle e andate ad un ristorante, non vi daranno i "Casoncei" di casa mia, ma tutta un'altra cosa. In poche parole, si tratta di ravioloni ripieni di in un impasto di patate e conditi tradizionalmente con burro, salvia e una spolverata di parmigiano. Qualche tempo fa, nella cartelletta delle ricette di mia mamma ho ritrovato la ricetta, vergata a mano dalla nonna Domenica. E' da allora che vorrei farli, ma non se n'è mai presentata l'occasione. Però pensando alle arancine, e alle possibilità di variarne di ripieno, mi son venuti subito in mente, anche perchè il riso, anche se non in questa forma, accoppiato alle patate, è presente in tanti piatti della tradizione.
E così ho fatto e vi assicuro che eran veramente buone!
Per la ricetta delle arancine tradizionali vi rimando al post  Roberta Pupacena che ho seguito anche nelle virgole. Per il ripieno di 9 arancine e ne è avanzato tanto!

600 gr patate
1 uovo
3 cucchiai di olio Evo
1/2 cipolla
25 gr di Toma (o un qualunque formaggio abbastanza grasso morbido e saporito)
2 cucchiai di parmigiano
un cucchiaino di semi di finocchio

Far bollire le patate in tanta acqua. Affettare la cipolla molto sottile e farla soffriggere in tre cucchiai di olio (inutile dire che la ricetta dice burro e che mia nonna si rivolterebbe nella tomba se sapesse di questo cambio). Quando le patate sono ben cotte, schiacciarle con la forchetta e farle soffriggere nella cipolla, fino a che non sono bene asciutte, unitamente ai semi di finocchio. Far raffreddare il composto, unire un uovo e il parmigiano; amalgamare bene. Inserire il composto nelle arancine unitamente a un pezzettino di formaggio.

NB non avendo il problema di "farle stare insieme" ho potuto fare un ripieno molto morbido. Per avere un ripieno sostenuto occorerebbe almeno 1kg di patate!


con questa ricetta partecipo all' Emmetichallenge di Novembre





ed è naturale, visto che sono

devo aggiungere altro?????




giovedì 15 novembre 2012

La Baguette di Silvia!






Confesso: adoro i lievitati in genere, adoro fare il pane, adoro riscoprire i gesti antichi e rituali che fanno di acqua, farina, sale e lievito una cosa così prelibata e al tempo stesso splendida.
Mi è sempre piaciuto, fin da bambina: mia mamma non l'ha mai fatto, o almeno io non lo ricordo, ma io mi ritrovavo davanti allo sportello del forno a guardare le torte che lievitavano e la pizza che cuoceva. Mi è sempre sembrato quasi un miracolo la lievitazione...Quindi ora che posso, ora che mi ritaglio tempo per impastare e cucinare è ovvio che mi faccia prendere da pani e affini. Ecco perchè quando ho visto le baguettes di Silvia - Una Stella tra i fornelli - non ho saputo resistere...baguette presa e copiata pari pari anche perchè il post era dettagliatissimo e preciso, e, il risultato, veramente ottimo. Tanto che in questo mese e mezzo di sperimentazioni varie, tra pasta madre, lievito di birra e affini la baguette di Silvia resta il pane più buono che ho fatto.... per dirlo l'adorabile adolescente...doveva essere veramente buono!

Quindi paro paro dal blog di Silvia, con la sola differenza del sale, perchè a me il pane piace bello salatino!

500 gr farina 0
310 acqua
10 gr di lievito di birra fresco
1 cucchiaino di miele
2 cucchiaini di sale







La sera prima mettere in un contenitore a chiusura ermetica 250 gr di farina, sciogliere 5 gr di lievito in 310 gr di acqua tiepida e versarlo sulla farina, girare bene fino a che la farina sia tutta amalgamata e mettere il contenitore chiuso nella parte bassa del frigo, o nella parte più fresca del vostro.
La mattina dopo tirare fuori l'impasto dal frigo che avrà fatto le sue belle bollicine, e metterlo nella ciotola della planetaria, o dell'impastatrice, o della macchina del pane, con altri 250 gr di farina, altri 5 gr di lievito sciolti in una tazzina da caffè di acqua tiepida, aggiungere il miele e impastare almeno 20 minuti, aggiungere anche il sale.
Far lievitare in luogo caldo, il forno è l'ideale, almeno 2 o 3 ore.
Quando l'impasto sarà lievitato capovolgerlo su una spianatoia, sarà molliccio quindi aggiungere una spolverata di farina sopra e sotto e fare le pieghe come spiegato nel blog di Adriano.
Ogni volta che si maneggia l'impasto si dovrebbe aspettare almeno 15 minuti per procedere, in questo modo la pasta sara' bella soffice e alveolata.
Poi dividere l'impasto in 3 o 4, a seconda del numero di baguette che volete
A questo punto dare la forma delle baguette, esistono su youtube video molto chiari, per la piegatura delle baguette bisogna fare delle pieghe a tre e poi pizzicare il filoncino sotto, e poi le ho messe a lievitare su dei pezzi di carta forno individuali, cosi' poi dopo 40-50 minuti, una volta lievitate di nuovo le ho trasportate nella placca da forno per la cottura.
Una volta lievitate per bene, circa 40 minuti un'ora, praticare dei tagli in diagonale sulle baguette e accendere il forno alla massima temperatura.
Dopo circa 30 minuti, mettere le baguette con la loro carta sulla teglia, e cuocere per i primi 10 minuti a 220°, con una ciotola di acqua sul fondo del forno, dopo continuare a 180°, togliendo l'acqua e lasciando il forno aperto con il manico di un cucchiaino per altri 15-20 minuti.
Appena tirate fuori dal forno farle raffreddare su una gratella.





Con questa ricetta partecipo aThe Recep-tionist di Novembre 

giovedì 8 novembre 2012

Finger food...ma non guardate le foto...







Avete un blog non sarebbe neanche tanto male... in fin dei conti si possono mettere in ordine le ricette, che io me le perdo sempre, condividere le cose che ti piacciono, conoscere gente nuova, un sacco di cose carine; se non fosse che...ci sono le foto! Le fotografie per me sono una dannazione eterna, il supplizio di tantalo: che mi impegni o meno fan sempre schifo, tanto che ormai non mi ci impegno neanche più! Però oggi sapendo di dover entrare in atmosfera natalizia son andata a comprarmi anche il cartoncino Bristol ...inutile uno schifo uguale, pazienza però sappiatelo!
Dicevamo finger food, che è inutile tirarsela che fino a qualche mese fa neanche sapevo cos'erano: ho girato per la blogsfera domandandomi che diavolo fossero per un po', che certe domande non si fanno, che poi passi per ignorante!
Quando l'ho scoperto però mi si è aperto un mondo nuovo e quando la mia amica Francy ha proposto il suo contest a base di finger food ho capito che dovevo lanciarmi, anche se la cosa mi ha messo parecchio in difficoltà! Avrei preferito il dolce, visto che vivrei di dolci, però l'idea mi è venuta sul salato e salato sia! Cosa non si fa per amicizia! PERFAVORE NON GUARDATE LE FOTO!!!!



Bignè con olio EVO al formaggio con crema di zucca al  rosmarino

per i bignè
125 ml di acqua
75 gr di farina
40 gr di olio EVO
2 uova
50 gr di formaggi gratuggiati o tritati (io asiago, parmigiano e taleggio in parti uguali)
sale pepe

per la crema
500 gr di zucca
1 patata media
1 porro
2 cucchiai di olio EVO
2/3 rametti di rosmarino
1/2 litro di brodo vegetale
2 cucchiai di parmigiano
1/2 cucchiaio di fecola







Scaldare in una pentola due cucchiai di olio, e far soffriggere il porro per un paio di minuti; Aggiungere i rametti di rosmarino, la zucca e la patata tagliate a dadini e passare un paio di minuti a fuoco alto. Quando sono ben rosolati, aggiungere il brodo, abbassare al minimo e coprire; cuocere per circa 1/2 ora. Nel frattempo, preparare i bignè. Portare quasi a ebollizione 125 ml di acqua con i 40 gr di olio Evo; quando sta per bollire, buttare nell'acqua la farina in una volta sola, mischiare bene facendo cuocere per un paio di minuti. Togliere dal fuoco e unire il mix di formaggi, già grattugiati o tritati nel mixer. Amalgamare bene e aspettare che il composto si raffreddi un pochino. Unire le uova una alla vota, facendo ben attenzione di non inserire il secondo fino a che il primo non è amalgamato. salare e pepare. Inserire il composto in una sac a poche con bocchetta tonda e fare delle "palline" di 2/3 cm su una teglia ricoperta di carta forno. A me con queste dosi ne son venuti 9. Cospargere con lamelle di mandorle e infornare a 180° gradi per circa 15 minuti.
Riprendere la crema: quando sarà passata 1/2 ora scoprirla e alzare il fuoco per ridurla, fino a che non avrà raggiunto una consistenza cremosa. Frullare il tutto, avendo cura di togliere il rosmarino, e rimettere sul fuoco aggiungendo 1/2 cucchiaio di fecola sciolto in 1/2 tazzina da caffè di acqua. far cuocere un paio di minuti, aggiustare di sale e pepe e unire sue cucchiai di parmigiano. Quando si sarà un po' raffreddata riempire una siringa per dolci e farcire i bignè. Servire tiepidi. Buonissimi! Buon aperitivo!

con questa ricetta partecipo al contest di Francy Scorribande in Cucina, sezione salato






lunedì 5 novembre 2012

Brisée di spinaci e patate per il fanciullo!






Che in casa siamo in tre lo sapete tutti. Che l'adorabile adolescente sia l'altro essere umano che convive con me, in quanto minore, pure. Che il terzo sia il gatto, anzi la gatta va da sè. Ma quanto rompe sul cibo il simpatico ragazzino non potete saperlo, perchè per averne un'idea bisogna provarlo. Più che a mattarellate bisognerebbe prenderlo a padellate in testa, che magari fa come l'impasto sbattuto sul tavolo... migliora!
Perchè? Vi do un esempio: l'altro giorno è entrata nella nostra casetta Sky, accompagnata dai suoi "n" canali; in una veloce panoramica, ho scoperto che esiste un canale di cucina e lì l'interesse per la Tv ha fatto capolino (vi assicuro che saranno almeno 8/9 anni che non guardo la tv e non mi manca)  e così ho guardato ben 10 minuti di un programma, perchè poi è finito. La cuoca ha fatto un pane meraviglioso con una forma che ricordava una spiga. Figuratevi, sono andata in "brodo di giuggiole" all'istante. E nel primo giorno disponibile cioè oggi l'ho sfornato. Bellissimo, anche se le mie foto fan schifo e non gli rendono giustizia. Giudizio...non ha abbastanza aria...aveva delle bolle che sembravano quelle di sapone! Domenica scorsa il pane era salato, quella prima insipido, il saint Honorè ... son cattivi i bignè, che però sono stati spazzolati in un nano secondo, le brioscine di crema...meglio il "Mulino Bianco", le lasagne di oggi...le hai comprate al super? ah,no sì vero si sente son più buone quelle del super e via così!
Voi capite che è ben difficile coltivare la passione per la cucina con uno così, ma d'altra parte a me piace cucinare, mi diverto, mi scarica i nervi, non riesco a farne a meno e quindi sopporto, però mi incazzo, ops mi arrabbio... perchè passi una due, tre, dieci, ma poi basta, ecchecavolo! Non ditemi che se è solo questo sono fortunata, c'è qualcosa d'altro, ma tutto sommato niente di grave. Sì, son fortunata lo so... non sembra, anzi, ma lo so, crescerà spero, altrimenti la padella è pronta, anzi prontissima!

Oggi, anzi ieri, per quando lo leggerete voi questa meravigliosa torta salata non ha avuto neanche un sorriso da lui, ma invece è stata gradita dalla nonna 87 enne e dalla sottoscritta. L'idea è della "cucina italiana" di ottobre (2012), ma naturalmente ha subito un po' di modifiche.





Brisée di spinaci con rosti (a saper dove sono i due puntini)


Per la pasta:
175 g di farina
115 g di burro freddo a cubetti

1/2 cucchiaino di sale
1 cucchiaio di pa
rmigiano
1 tuorlo
30 ml di acqua


per il ripieno
600 gr di patate
250 gr di spinaci lessati e tritati
100 gr di latte
1 uovo
2 cucchiai di grana
sale pepe noce moscata
1 spicchio di aglio


per la pasta (copiata da qui ho solo cambiato lo zucchero con il parmigiano) Grezie Roberta!

Setacciare la farina con il sale e lo zucchero e versarla nel robort da cucina con le lame per tritare. Mettere in funzione e unire, poco alla volta, il burro freddo tagliato a cubetti. Far funzionare il robot, finche' limpasto non formera' dei piccoli grumi. Fermare il robot e rovesciarne il contenuto sul piano di lavoro. Formarlo a fontana e praticare un buco nel mezzo. Unire il tuorlo all'acqua molto fredda, mescolando bene per sciuoglierlo completamente. Versarlo nel centro della fontana e cominciare ad amalgamarlo alla farina col burro, lavorando dapprima con una forchetta e poi con le punte delle dita. Lavorare rapidamente la pasta, solo finche' tutto il liquido sara' stato assorbito e potrete formare una palle, che poi appiattirete in un disco di un paio di centimetri di spessore. Avvolgere l'impasto in carta da forno e metterlo in frigo per almeno 30 minuti.

Lessare le patate per 15 minuti dal bollore, poi lasciarle intiepidire nella loro acqua. Saltate gli spinaci in padella con un cucchiaio di olio evo per un paio di minuti con uno spicchio di aglio, che poi andrà levato, fateli raffreddare e tritateli.
Pelate le patate e grattuggiatele con la grattugia a fori larghi; salate, pepate e aggiungete un cucchiaio di grana. Stendere un foglio di carta forno su una placca appoggiatevi un anello da 8  cm e distribuite un ottavo delle patate pressandole formando un disco di 1cm di spessore. Ripetere per altre 7 volte. Stendete la pasta e adagiatela in una teglia unta di burro e passata con la farina (io da 26 cm), viene piuttosto sottile. Mescolate gli spinaci con il latte, 1 cucchiaio di grana, l'uovo una macinata di pepe, un pizzico di sale e noce moscata. Ricoprite la pasta con il composto. Infornate a 200° per 10 minuti; passato quel tempo infornate insieme anche i rosti per 20 minuti. Sfornate entrambi; fateli intiepidire per 10 minuti poi adagiate il rosti sulla torta e servite. Vi assicuro, anche se il fanciullo non ha apprezzato che è una meraviglia!